Popcorn
Ceniamo al cinema?
Dal Palazzo del Cinema al Cinemino. Una rassegna dei piatti da gustare guardando film da non perdere
“Cinema? Io sono venuto per il buffet”. Lo dichiara sulla copertina di Times 2 – supplemento di cultura e costume, non il prossimo film di Paolo Sorrentino – il critico Kevin Maher. Ha visitato i cinema di Londra dove è possibile cenare e ha assaggiato i piatti – servono anche roba biologica e a bassa impronta carbonica. Risveglia ricordi lontani: lo spettatore che, uscendo da una festa dell’Unità quando c’erano ancora il Pci e le feste dell’Unità, disse al giornalista curioso di politica: “Io veramente sono qui per le salamelle”.
A Milano si cena all’Anteo, ora Palazzo del Cinema. Non l’abbiamo mai provato, le nostre esperienze gastronomiche cominciano e finiscono con la baguette al camembert che fa da pranzo-merenda-cena durante il Festival di Cannes. Sempre a Milano, se siete stufi del solito cinema che frequentate sempre meno – lo dicono le cifre, e lo stesso vale per la Gran Bretagna, per questo dai popcorn sì è passati ai samosa, ai cuori di carciofo, alla mozzarella, al pane arabo, ai ravioli cinesi, all’hummus e alla crema di melanzane – ci sono un paio di posti nuovi da scoprire. Oltre al Cinemino, nato dal crowdfunding e inaugurato lo scorso febbraio – con baretto annesso, e taglieri di salumi o formaggi. Qualche anno fa la Fondazione Prada aveva proposto una retrospettiva sui musical sovietici. L’anno scorso ha ospitato la realtà virtuale di Alejandro González Iñárritu “Carne Y Arena”. Dal 3 maggio ha avviato una regolare programmazione sotto la torre di Rem Koolhaas: dieci film a settimana dal giovedì alla domenica (fino a giugno, poi aumenteranno: lo annuncia il comunicato stampa, facendo sperare per i mesi di luglio e agosto, ma non ci contiamo troppo).
Non saranno solo film legati alle mostre e agli artisti ospiti. “Soggettiva” propone scelte personali, mini-festival di volta in volta affidati a nomi celebri. Damien Hirst inaugura la serie, tra i suoi film preferiti troviamo “Gli argonauti” (il peplum diretto nel 1963 da Don Chaffey, con gli effetti speciali di Ray Harryhausen) e “Willy Wonka e la fabbrica del cioccolato” (non il remake diretto da Tim Burton, il film del 1971 con Gene Wilder). “Indagine” offre film in prima visione con qualche extra (per “L’isola dei cani” di Wes Anderson, retroscena della lavorazione con i pupazzetti). “Origine” propone i classici – anche se della noia di “Ultimo tango a Parigi” potevamo anche fare a meno. Astenersi gli odiatori di sottotitoli.
“Cinema Bianchini” viene da una filastrocca per addormentare i bimbi: “Al cinema Bianchini con la testa tra i cuscini” (secondo un’altra lettura, era il cinema dei poveri che potevano fare affidamento solo sui sogni). Dall’11 maggio al 30 settembre prende il via la terza edizione, sui tetti della Galleria – in un’edizione precedente, gli spettatori salivano a bordo su un barcone, nella ritrovata Darsena milanese.
Politicamente corretto e panettone