Cosa non perdere alla Festa del cinema di Roma
Qualche strana coppia e qualche gradito ritorno nel programma del festival che si terrà dal 18 al 28 ottobre
Due strane coppie attirano l’attenzione nel programma della Festa di Roma (dal 18 al 28 ottobre, diretta da Antonio Monda). La prima mette insieme la saga di “Halloween” con David Gordon Green, regista-autore che sembrava lontano dall’horror. Torna a fuggire dall’assassino mascherato l’attrice Jamie Lee Curtis: era nel primo film datato 1978, da lì si riparte senza tener conto di quel che c’è stato in mezzo (l’allora regista John Carpenter qui si dedica alla colonna sonora).
La seconda strana accoppiata mette insieme il re dello splatter Eli Roth (basta un titolo: “Hostel”) con l’horror ridanciano di “The House With a Clock in Its Wall” – un film per famiglie, fanno notare i recensori stupiti. Anche per i ricchi incassi (quasi il doppio del budget in poche settimane) e il cast che va da Jack Black a Cate Blanchett. L’attrice sarà ospite di uno degli “Incontri ravvicinati”, le affollate conversazioni che son diventate un punto forte della Festa (la storia della medesima e le scaramucce con il Festival di Venezia ve le risparmiamo).
Nella lista, Jonathan Safran Foer, Sigourney Weaver, il direttore del festival di Cannes Thierry Frémaux e Michael Moore, che accompagnerà il suo ultimo film “Fahrenheit 11/9” (stavolta il nemico si chiama Donald Trump). Due premi alla carriera, per rispettare le pari opportunità: a Martin Scorsese (ancora ritarda l’uscita di “The Irishman” su Netflix, dicono l’autunno del 2019, nientedimeno) e Isabelle Huppert (speriamo abbia ancora un pezzetto di mensola libero per il premio).
Coppia consolidata – anche se un pochino strana all’inizio era, servì il genio del regista Leo McCarey per metterli insieme – sono Stanlio & Ollio, protagonisti del biopic diretto da Jon S. Baird. Hanno le facce di Steve Coogan e John C. Reilly: non sbaglieranno un gesto anche se il film avesse incertezze di sceneggiatura. Peter Jackson lascia perdere il fantasy con gli anelli e i piedi pelosi che gli diede imperitura fama (procurando a noi sbadigli mai dimenticati) per girare un documentario sulla prima guerra mondiale: “They Shall Not Grow Old”. Si attende il dibattito: è giusto oppure no colorizzare i filmati d’archivio?
Barry Jenkins dalla Festa di Roma con “Moonlight” spiccò il balzo verso l’Oscar (non un’altra parola su “La La Land”, l’abbiamo promesso). Torna con “Se la strada potesse parlare”, dal romanzo dell’attivista nero James Baldwin. L’apertura della Festa tocca a “Bad Times at The El Royale” (“7 sconosciuti a El Royale”), noir scritto e diretto da Drew Goddard. Promette benissimo anche “American Animals” di Bart Layton: il furto di un libro prezioso, ma i rapinatori son dilettanti. Red carpet tutto per Claire Foy: smessi i gioielli della regina Elisabetta in “The Crown” sarà la tatuata Lisbeth Salander nell’ultimo capitolo della saga Millennium: “Quello che non uccide”.
Politicamente corretto e panettone