Le tante vite di Hedy Lamarr, dal seno nudo alla lotta contro i nazisti
L'attrice protagonista di un film scandaloso negli anni Trenta emigrò in America ed ebbe un'altra bella carriera
Lasciamo parlare Luciano Bianciardi, che più di noi si è sciroppato la stagione eroicomica dei cineclub. Nel “Lavoro culturale”, anno 1957, scrive: “Avevamo scovato anche una vecchia copia di ‘Estasi’, il film di Machaty, famoso perché in una scena Hedy Lamarr, a quell’epoca sedicenne, vi appare completamente nuda”. Il contesto è una panoramica sul cinema cecoslovacco, organizzata a Grosseto (tutta vita vissuta, certe cose non si inventano; ma non la chiamavano autofiction, e gli scrittori non si prendevano tanto sul serio).
Trattasi di cineclub, con il dibattito alla fine del film. Nei casi più gravi – e questo lo è – anche un’introduzione storica: “Fecero venire da Roma un intellettuale, un tipo magro, biondo, curvo, con il viso pallido e i denti gialli, un tipo triste ma ferratissimo”. Per due ore e un quarto parla della Cecoslovacchia: “Estensione, posizione geografica, confini, popolazione, densità, principali prodotti, industria e agricoltura”. Non dimentica i monti Tatra, da cui prendono il nome ottimi frigoriferi (allora venduti anche in Italia), i cristalli di Boemia, le scarpe Bata, le macchine e i macinini da caffè Skoda.
Arrivato al dunque – lo scandaloso film che tutti attendevano, girato nel 1932, verrà proiettato in pre-apertura alla mostra del Cinema di Venezia, il prossimo 27 agosto – l’intellettuale venuto da Roma liquida così il film: “Esempio di un deteriore erotismo, legato a una produzione fortemente influenzata da ideologie borghesi”. Così andava il mondo, e così andava il cinema. A dispetto dei 52 nuovi iscritti che giusto la sera prima, ingolositi dalla nudità, avevano versato per intero la quota associativa. Chiesero indietro i soldi, perché la copia era vecchia e malandata, e la scena con le fugaci tette era stata tagliata dalle censura.
A Venezia arriverà una copia integra e splendidamente restaurata. Alla Mostra d’Arte Cinematografica del 1934, il film di Gustav Machaty – dopo aver scandalizzato critici e pubblico – vinse la Coppa Città di Venezia per la regia. Lanciò la carriera dell’attrice, che allora si faceva chiamare Hedy Kiesler (il nome intero era Hedwig Eva Maria Kiesler). E anche l’accoppiata vincente erotismo-avanguardia: se volete un nudo integrale, sia pure velato da cespugli, quando solo a dirlo si viene censurati, l’Arte fa da magnifico scudo.
Hedy Lamarr poi se ne andò in America – da qui il nuovo pseudonimo – ed ebbe un'altra bella carriera (senza mai far dimenticare quel primo seno nudo). La fuga fu rocambolesca: durante una festa si travestì da cameriera (la sua), e se andò in bicicletta, mentre la cameriera si fingeva padrona di casa (almeno per un po’). Da scienziata, fece la sua parte nella lotta contro i nazisti (e nella nostra vita). Mise a punto un sistema per tenere segrete le comunicazioni, lo stesso che viene usato nei telefonini.
Politicamente corretto e panettone