Pochi film da vedere quest'estate. Ma in autunno arrivano i titoli più ghiotti
Tra le storie da romanzo “Il cardellino” e “Motherless Brooklyn”. In mancanza di romanzi, provvedono le storie vere. In mancanza di storie vere, provvedono le serie
Tempo di guardare avanti, abbiamo patito abbastanza. Non solo per l’estate italiana, che pure sta a galla con gli incassi – lo dicono i numeri – anche se i film da vedere sono pochi e di super-nicchia (in senso pochissimo lusinghiero). Se ne deriva che l’anno scorso era peggio, per chi si accontenta dei piccoli passi. Gli ultimi biglietti prima di Ferragosto li farà staccare lo spin-off di “Fast and Furious” intitolato “Hobbs & Shaw”, adatto ai soli fanatici della saga (il nostro amore per il pop ha qualche limite). Anche l’estate americana, con l’eccezione di Quentin Tarantino e “C’era una volta a Hollywood”, non è stata scintillante.
Titoli più ghiotti, almeno sulla carta, allieteranno i mesi autunnali, facendosi strada tra i seguiti, i remake, i reboot. Ennio Flaiano sosteneva che “Nulla è più inedito della carta stampata”, che al cinema diventa: “Nulla garantisce più incassi di una trama conosciuta”. Tra le storie da romanzo arriverà “Il cardellino”, dal bestseller di Donna Tartt (regia di John Crowley, madre e figlio sono Nicole Kidman e il bravissimo Ansel Elgort visto in “Baby Driver - Il genio della fuga”). E il meno popolare “Motherless Brooklyn”, dal romanzo di Jonathan Lethem, opera prima e one-man-show di Edward Norton: scrive, dirige e recita accanto a Willem Dafoe e Alec Baldwin.
In mancanza di romanzi, provvedono le storie vere. “Hustlers” prende spunto da un articolo uscito sul New York Magazine per raccontare due spogliarelliste che si atteggiano a Robin Hood: mettono su una banda per rubare ai miliardari (e intascarsi i soldi, perché cercare altri poveri?), le attrici sono Constance Wu e Jennifer Lopez, la regista Lorene Scafaria. Da un ritratto pubblicato su Esquire alla fine degli anni 90 viene “A Beautiful Day in the Neighborhood” con Tom Hanks. Nel trailer ha indosso il cardigan rosso di Fred Rogers, presentatore di un celebre programma televisivo per bambini (quando i bambini venivano piazzati davanti alla tv nel salotto buono, non sceglievano il loro cartoon preferito su YouTube). “Judy” racconta la triste vita di Judy Garland, è bastato il trailer con Renée Zellweger per far scoppiare in lacrime la comunità gay che da sempre la venera.
In mancanza di storie vere, provvedono le serie. Vedremo il film tratto da “Downton Abbey”, scritto come sempre da Jullian Fellowes e ambientato qualche anno dopo la fine della serie (l’occasione è una visita di re Giorgio V, garantita la presenza di Maggie Smith). Solo i migliori inventano, e il campione si chiama Taika Waititi con “Jojo Rabbit”. Il regista neozelandese che aveva girato “Vita da vampiro” (una comune di succhiasangue che litigano su chi lava i piatti) ha un padre maori e una madre di origine russa che di cognome fa Cohen. Dalla combinazione, esce una bizzarra e promettente – a giudicare dal trailer, con Sam Rockwell – satira su Adolf Hitler.
Politicamente corretto e panettone