Il successo di Netflix rilancia i cinema italiani
Secondo i dati di Cinetel, nel 2019 si è registrata una crescita degli incassi del 14,35 per cento e un aumento delle presenze del 13,55 per cento. La competizione delle piattaforme ha fatto bene alle sale: una lezione per la politica
Il 2019 è stato l'anno della consacrazione di Netflix. Ma il successo della piattaforma americana di film e serie tv non ha disincentivato le persone ad andare al cinema: i dati presentati oggi da Cinetel mostrano che l'anno scorso, rispetto al 2018, si è registrata una crescita degli incassi del 14,35 per cento e un aumento delle presenze del 13,55 per cento. È la miglior performance degli ultimi tre anni. Nel 2019 al box office italiano sono stati incassati 635.449.774 euro per un numero di presenze in sala pari a 97.586.858. Anche il cinema italiano conosce un nuovo successo di pubblico. Il box office della produzione italiana (incluse le coproduzioni) ha registrato un incasso di 134,8 milioni di euro (più 5,39 per cento rispetto al 2018) per una quota totale del 21,22 per cento. I tre film più visti in Italia nel 2019 sono stati “Il re leone” con oltre 37,5 milioni di euro, seguito da “Avengers: Endgame” e “Joker”. Il film italiano che ha incassato di più è “Il primo Natale” di Ficarra e Picone con 13,3 milioni – unico italiano tra i primi dieci della classifica generale, al sesto posto. E se “Tolo Tolo” di Checco Zalone fosse uscito qualche giorno prima dell'1 gennaio, forse avremmo avuto un altro italiano a guidare la top 10.
Ma il trend positivo non riguarda solo il nostro paese. Come riporta l'Hollywood Reporter le entrate globali al botteghino hanno raggiunto nel 2019 la cifra record di 42,5 miliardi di dollari. Le persone tornano nei cinema un po' ovunque; uno dei pochi paesi dove calano gli incassi sono gli Stati Uniti (meno 4 per cento), ma è un caso isolato. Tra i mercati in crescita troviamo sia paesi asiatici come Cina e Giappone, sia stati europei come Francia e Germania, sia del continente americano, come Messico e Brasile.
I dati, quindi, smentiscono chi crede che Netflix sia l'ultimo chiodo sul feretro del cinema. La storia è un'altra: una storia di innovazione e successo che ridefinisce i canoni di un media. Come ha scritto oggi sul Foglio il direttore Claudio Cesara: “La concorrenza innescata da Netflix e da altri produttori non convenzionali come Amazon (Dio benedica 'The Marvelous Mrs. Maisel') ha innescato un processo di competizione che ha fatto bene al cinema, migliorandone l’offerta, creando una nuova domanda e costringendo soprattutto molti proprietari di cinema a doversi impegnare per evitare di far diventare realtà una fosca previsione messa nero su bianco all’inizio del 2018 dall’attore Edward Norton, secondo il quale il problema del cinema mondiale non ha a che fare con il modello Netflix ma ha a che fare con l’incapacità dei proprietari delle sale cinematografiche di modernizzare le sale in modo da incentivare il pubblico a vedersi film in una modalità diversa da quella fantozziana: frittatona di cipolle, familiare di birra gelata e rutto libero”.
La concorrenza, la differenziazione dei prodotti, ha innescato un processo creativo che mira all'eccellenza. “In una stagione come quella presente per convincere lo spettatore a uscire di casa non devi puntare combattere l’innovazione sabotando per esempio chi ti offre prodotti cinematografici che puoi vedere indifferentemente a casa o al cinema ma devi puntare su un’offerta migliore rispetto a quella che trovi su una piattaforma” scrive Cerasa. Una lezione “che vale per il cinema, ma che forse dovrebbe valere anche per la politica: trasformare il progresso non in una fonte di paura ma in una fonte di opportunità. Viva Netflix!”.
Politicamente corretto e panettone