Il virus "rimanda" l'uscita di film lanciatissimi
L’emergenza ha fatto calare a picco gli incassi che stavano andando molto bene. Mentre in Cina si cancellano le anteprime di Mulan e James Bond
Il cinema italiano prende atto della drammatica situazione – dura da una settimana, perbacco, hanno chiuso le sale su al nord – e chiede al ministro Dario Franceschini un aiuto concreto. Le uscite sono state rimandate, anche dei titoli italiani meglio lanciati – “Volevo nascondermi” di Giorgio Diritti potrebbe vincere qualcosa a Berlino. Era programmato per questa settimana “Si vive una volta sola”, ultima fatica del notoriamente ipocondriaco Carlo Verdone, e invece niente. “In segno di solidarietà nei confronti del pubblico che in alcune regioni d’Italia non potrebbe vedere il film” (testuale, dal comunicato stampa) viene rimandato a data da destinarsi. Stessa sorte per “Tornare” di Cristina Comencini. L’emergenza ha fatto calare a picco gli incassi che stavano andando molto bene (ce ne ricorderemo, al prossimo lamento). Il ministro dei Beni culturali “ha recepito”, le richieste verranno presentate al Consiglio dei ministri con la massima urgenza.
Il cinema americano prende atto del coronavirus – la parola viene stampata su Variety, ma era già comparsa su Deadline, sito a cui nulla sfugge (aveva già segnalato che a Venezia erano state sospese le tre settimane di lavorazione previste per “Mission Impossible 7”, ma Tom Cruise era altrove). Prima mossa: rimandare i viaggi di lavoro in Cina, Giappone, Corea del sud e Italia. Ha un bel dire il ministro degli Esteri Luigi Di Maio con le statistiche sui territori colpiti. Ma se uno vede in televisione i posti di blocco, e le file per il pane, non pensa che stia andando proprio tutto bene.
La Cina era un grande e redditizio mercato, anche per certi blockbuster che negli Stati Uniti stentavano a trovare spettatori sufficienti per riportare a casa i soldi spesi. Erano state organizzate a Pechino le anteprime di “Mulan” (per competenza territoriale, racconta una guerriera dell’antico impero, in abiti maschili) e quella di James Bond, “No Time to Die”. Cancellate entrambe. “Mulan” – ennesimo remake in live action di un classico Disney – sarà rimandato anche nelle sale italiane. Bisognerà pazientare anche per “Onward - Oltre la magia”, storia di due fratelli che con un incantesimo fanno tornare in vita mezzo genitore, dalla vita in giù. Il resto sono gag rubate a “Weekend con il morto”. Coronavirus a parte, né il titolo originale né la precisazione italiana sono stuzzicanti. Viene invece anticipata l’uscita di “Marie Curie”, diretto da Marie Noëlle, accompagnato dal rassicurante slogan “La scienza trova sempre una cura”.
Il Festival di Cannes tiene la situazione sotto controllo: è ancora troppo presto per prendere decisioni (l’ultima volta, lo avevano fatto chiudere i contestatori nel 1968, qualcuno masochista con un film in concorso). Ricordiamo però, ai tempi della Sars, una vicina in sala stampa che scriveva l’articolo con mascherina e guanti di lattice.
Politicamente corretto e panettone