Che ne è del Festival di Cannes
Il Global Film Festival su YouTube, il mercato dei film, le trattative (nervose) con Venezia e tutto quel che riempie il silenzio della Croisette
Parigi. C’è un silenzio malinconico sulla Croisette. I palazzi sonnecchiano sotto il sole primaverile della Costa Azzurra, i ristoranti hanno le saracinesche abbassate e sul boulevard che porta dritti al Palais des festivals le persone (in mascherina) si contano sulle dita di una mano. Niente Festival quest’anno, niente party, niente totopalma, niente montée des marches, niente “mostrami il tuo badge e ti dirò chi sei”, niente badge bianco, dunque, il Santo Graal degli accrediti, dopo il quale c’è solo il “badge invisibile”, perché il tuo volto è troppo noto per non lasciarti entrare dappertutto e prima di tutti. Doveva iniziare oggi la 73esima edizione del Festival di Cannes, ma la crisi del coronavirus ha mandato tutto all’aria, nonostante il direttore generale Thierry Frémaux abbia provato fino all’ultimo a salvare la baracca. “È una mancanza fisica e sentimentale. Per noi organizzatori e per tutti i festivalieri. Cannes era anche l’inizio dell’estate, la discesa verso il mare…”, dice Frémaux. Per la quarta volta nella sua storia (la prima fu nel 1939 a causa della Seconda guerra mondiale, la seconda tra il 1948 e il 1950 per problemi finanziari, la terza per i tumulti del 1968 supportati da Truffaut, Godard e gli altri della Nouvelle Vague https://www.marieclaire.fr/jean-luc-godard-et-cannes-je-t-aime-moi-non-plus,1263739.asp), il Festival di Cannes non si terrà nella sua forma abituale. Ma Frémaux ha avanzato diverse opzioni per non bruciare completamente gli sforzi fatti per l’edizione 2020.
Un festival virtuale su Youtube
Dal 29 al 7 giugno, assieme a Venezia, Berlino, Toronto e Tribeca, Cannes darà vita ad un unico festival globale su Youtube intitolato “We Are One: A Global Film Festival”. Organizzato e prodotto da New York’s Tribeca Enterprises, il festival sarà completamente gratuito e comprenderà una programmazione molto vasta. Nei dieci giorni di streaming, verranno trasmessi lungometraggi, corti, documentari, concerti, ma anche tavole rotonde virtuali. L’elenco dei film non è stato ancora reso noto.
Un label “Cannes 2020”
È un’idea che circola da metà aprile e si concretizzerà a inizio giugno: la creazione di un label “Cannes 2020” per i film che dovevano essere presentati durante le due settimane di festival. L’obiettivo è valorizzarli e incitare il pubblico a vederli quando riapriranno le sale. “Quando avremo annunciato la lista, ci metteremo al lavoro per organizzare degli eventi nelle sale. È il nostro ruolo aiutare questi film a trovare il loro pubblico”, ha dichiarato Frémaux. “Bisogna improvvisare. Sarà complicato far ripartire l’industria”, ha commentato Pierre Lescure, il presidente del Festival di Cannes.
Il Mercato del film online
Il Marché du film, la piattaforma commerciale di compravendita delle pellicole che accompagna abitualmente il Festival di Cannes, sarà online e come sempre vedrà la partecipazione di professionisti da ogni parte del globo. Produttori e distributori si daranno appuntamento dal 22 al 26 giugno in uno spazio digitale, con stand e padiglioni virtuali, proiezioni e video-riunioni.
Le trattative (un po’ nervose) con Venezia
La conferma delle date (2 – 12 settembre) della Mostra d’arte cinematografica di Venezia e le frasi del presidente della Biennale Roberto Cicutto (“Noi andiamo avanti con il nostro programma”) hanno suscitato un certo nervosismo sulla sponda francese. Frémaux e Lescure faticano a digerire l’infausto “calendario del virus”, che sta favorendo la rivale storica Venezia. La Mostra rischia di rubare tutta la scena al Festival di Cannes, e alcuni grandi titoli che dovevano passare sulla Croisette, come The French Dispatch di Wes Anderson e Soul, l’ultima creazione di Pixar, sarebbero tentati di andare al Lido. Non passa giorno senza che uno dei due boss di Cannes non parli di “collaborazione con Venezia”, di “presentazione di film in comune”. Forse qualcosa si farà. Ma al Lido, Barbera e Cicutto non hanno nessuna fretta.
Il Festival di Cannes è “la nostra fabbrica Michelin”
Una delle poche buone notizie è arrivata dal regista americano Spike Lee, che ha confermato la sua presenza a Cannes come presidente di giuria per l’edizione 2021. Il sindaco della città francese, David Lisnard, spera di poterlo accogliere nel migliore dei modi, ma non sembra molto sereno: “Il Palais des festivals è la nostra fabbrica Michelin. Oggi è totalmente fermo. Ci vorranno anni prima di risollevarci”.
Politicamente corretto e panettone