Gli Oscar sfidano l'epidemia: si tornerà a premiare i film ma a distanza di sicurezza
Per il 2021 cambiano le regole dell'Academy, dalla selezione dei film alla premiazione. Ma non è un invito ad abbandonare i cinema
Se Roberto Benigni si fosse aggiudicato la statuetta per “La vita è bella” in tempi di distanziamento sociale la sua corsa verso il palco arrampicato sulle poltroncine di velluto bordeaux, scavalcando attori e registi esterrefatti, non avrebbe fatto lo stesso effetto. Forse, con tutti gli ospiti sparpagliati a un metro e mezzo di distanza, ci sarebbero state poche mani pronte a sostenerlo, e tutte avvolte nei guanti protettivi, gli applausi sarebbero stati più contenuti, e quell’abbraccio finale con Sofia Loren non sarebbe stato possibile. Ma nemmeno una pandemia mondiale riuscirà a fermare la notte d’oro del cinema: il 2021 avrà la sua cerimonia degli Oscar e, in via del tutto eccezionale, si potranno candidare anche i film usciti in streaming. Per la 93sima edizione degli Academy Awards c’è già una data, il 28 febbraio, e una location, il Dolby Theatre a Hollywood, Los Angeles, mentre la proiezione in tutto il paese verrà fatta dal network ABC.
I cinema chiusi in tutto il mondo e i principali eventi cinematografici cancellati avrebbero rischiato di ridurre all’osso l’elenco delle pellicole candidate. Se infatti la Mostra del cinema di Venezia tiene duro e prova a rispettare le date stabilite a settembre (dal 2 al 12), anche se in modalità ancora non definita, il Festival di Cannes, dove dovevano debuttare “The French dispatch” di Wes Anderson e “Tre Piani” di Nanni Moretti è stato rimandato a data da destinarsi. Così, solo per queste motivazioni di carattere eccezionale, i vertici dell’Academy of Motion Pictures Arts and Sciences hanno deciso di modificare il regolamento secondo il quale sarebbero stati ammessi a concorrere solo quei film proiettati nelle sale di Los Angeles per sette giorni consecutivi, con almeno tre spettacoli quotidiani. Tuttavia, vista l’impossibilità di rispettare questo punto – il secondo dei venticinque originali – a questa 93esima edizione del premio saranno ammessi anche quei film usciti unicamente in streaming, a patto che, prima della pandemia, fosse previsto un lancio anche nei cinema di almeno una settimana. Per concorrere, il film dovrà essere caricato sulla piattaforma Academy Screening Room, accessibile solo ai membri della giuria, almeno 60 giorni prima che venga trasmesso sui canali di streaming. A segnare una nuova svolta nella storia degli Oscar c’è poi anche il passaggio dall’assegnazione di 24 statuette, a 23. I due premi per “miglior mixaggio” e “miglior montaggio” sono stati confluiti in un unico riconoscimento per: “miglior sonoro”.
La variazione del regolamento non è però un invito ad abbandonare i cinema. “Saremo sulle prime linee, ci potete scommettere”. Così i il presidente dell'Academy David Rubin e il CEO Dawn Hudson hanno dichiarato a Variety la loro nuova missione: spingere quanto prima, e non appena sarà possibile, le persone a tornare a guardare i film sul grande schermo. “L'Academy crede fermamente che non vi sia modo migliore per vivere la magia dei film che vederli in una sala cinematografica”, spiegano nel comunicato pubblicato sul sito. “Il nostro impegno in tal senso è invariato e costante, tuttavia la tragedia della pandemia di Covid-19 richiede questa temporanea eccezione alle nostre regole di ammissibilità dei premi”. La nuova misura infatti sarà cancellata nel momento in cui i cinema riapriranno e le pellicole potranno tornare a essere proiettate nelle sale.
Anche la corsa al premio è cambiata: causa coronavirus le modalità di promozione per la 93esima edizione saranno differenti. Niente più cocktail party con strette di mano, baci sulla guancia, moine e buffet prima del pre-screening del film e i dieci minuti di domanda-risposta con il regista, come prevedeva il rituale Hollywoodiano. Sono fuori discussione le prime in grande stile, con tanto di tappeto rosso. “Chiunque sostenga di sapere come farà campagna per i prossimi Oscar, sta mentendo”, ha ammesso un consulente in una dichiarazione rilasciata a Variety. Le cento persone che prima potevano assistere alla proiezione in anteprima della pellicola, con la pandemia in corso, potrebbero ridursi a trenta. Anche in quel caso, tutti gli invitati dovrebbero ovviamente indossare la mascherina e gli ambienti dovrebbero essere sanificati. Probabilmente, gli eventi di lancio saranno più intimi, e con i soldi risparmiati dalle pubblicità sui cartelloni e sul marketing, le case di produzione potranno rientrare di parte del mancato incasso dal botteghino. La promozione, come accade ormai quasi per tutto, non sarà cancellata, ma si sposterà online. La previsione è che le conferenze stampa saranno ridotte all’osso e che, al loro posto, verranno create delle riunioni su zoom.