Eravamo alla Berlinale, dove le sale fanno sempre il tutto esaurito. Agli spettatori si chiede di alzare la mano se hanno un posto vuoto accanto. Un giovanotto dai tratti orientali avanzò tossicchiando per decidere dove sedersi, fra tre poltrone disponibili. Brivido, allora l’epidemia era solo cinese. Non siamo più entrati in un cinema da quel dì, né a un festival né altrove. E del resto non c’era niente da vedere.
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