Il Covid detta ancora date e modi, ma si torna al cinema. La Mostra di Venezia, sia pure a tendenza cineclub, è pronta a partire e nelle sale un nero e una supereroina, giusti per i nostri tempi, aprono la parata dei blockbuster. Film da vedere e da evitare. Una guida
Chi è a dieta legge le ricette, chi ha visto fuggire l’innamorato legge romanzi d’amore, chi da mesi non va al cinema per vedere un film nuovo legge dei film che verranno. Sulla carta – graditissime le smentite, ma siamo festivalieri troppo incalliti per sperarci davvero – la Mostra di Venezia 2020 tende al cineclub. In programma, titoli e registi che in tempi non virulenti avrebbero preso la via di Locarno (il festival svizzero quest’anno ha scelto di aiutare le produzioni indipendenti: quattro mesi di riprese ferme sono un disastro, se il budget è risicato o hai bambini attori che crescono e non sembrano gli stessi di prima). Arriveranno al Lido film diretti dal “prolifico regista kazako” Adilkhan Yerzhanov (una decina finora, l’ultimo intitolato “Yellow Cat”); film che “sfuggono a ogni tentativo di catalogazione” (“In Between Dying” dell’azerbaigiano Hilal Baydarov, genio matematico e caposquadra alle olimpiadi dell’informatica). E altri titoli che puntano a esser dichiarati “emblematici” da chi avrà l’ardire di restare sveglio fino alla fine (o anche no, emblematico non si nega a nessuno).
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