Grande, grandissimo Pedro Almodóvar. Purtroppo fuori concorso, dimostra a tutti i registi presenti e futuri, professionisti e dilettanti, cos’è una regia degna del nome. “La voix humaine” è un monologo scritto da Jean Cocteau nel 1930, per l’attrice Berthe Bovy. Diventato negli anni tappa obbligata per varie categorie. Le attrici famose universalmente riconosciute per il loro talento drammatico. Le aspiranti attrici che incuranti dei propri mezzi lo imparano per il provino alla scuola di teatro. Le bellissime o ex bellissime che vogliono essere prese sul serio lanciandosi senza rete. Le attrici sul viale del tramonto, che con un divano e un telefono risolvono i problemi produttivi. La donna che si dispera al telefono per l’abbandono dell’amante ha sempre il suo pubblico. L’accumulo ha fatto diventare “La voce umana” – anche per la storica interpretazione di Anna Magnani da tutte imitata, scialle all’uncinetto e capelli che non conoscono spazzola – un monologo antipatico. Fino all’altro ieri. Ieri è arrivato Pedro Almodóvar e ha fatto pulizia.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE