La Mostra di Venezia era diventata “la piattaforma di lancio per gli Oscar”. Premiando un film americano, la serie fortunata non si arresta, Il film di Chloé Zhao è già benissimo piazzato per i prossimi
Pieno di cose buone e giuste, come purtroppo usa adesso, “Nomadland” è arrivato alla Mostra di Venezia da vincitore annunciato, e ha avuto il Leone d’oro. Una regista donna, Chloé Zhao: nata a Pechino, studi a Londra e a New York. La prima attrice Frances McDormand, incantevole anche quando manovra lo specchietto retrovisore (nei nostri cuori da quando in “Fargo” – il film dei Coen, non la serie – era la poliziotta incinta). Gli americani che abitano nei camper, parcheggiandoli qua e là al ritmo dei lavori stagionali: perché sono poveri, e perché – suggerisce il film – sono gli eredi dei pionieri con i carri. Pure l’etichetta, del tutto fuori luogo, di film indipendente. Frances McDormand e Chloé Zhao hanno ringraziato con un videomessaggio, una sbucando dal camper usato per il film, l’altra appollaiata su una seggiolina da campeggio. Entrambe con le birkenstock, altro che tacchi. Disney Italia distribuirà il film e ha ritirato la statuetta. Tra i possedimenti della ditta ora si conta Fox Searchlight: la divisione Fox che si occupava dei progetti a basso costo. I vagabondi sono veri, gli stessi che Jessica Bruder ha incontrato e raccontato nel suo reportage “Nomadland”, che viaggia con il motto: “L’unico spazio di libertà negli Stati Uniti è un parcheggio” (in italiano esce da Clichy).
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