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Sordi, Fellini e i 100 anni della loro amicizia
Dallo “Sceicco bianco” ai “Vitelloni”, dal primo incontro tra quel “magro Lucignolo romagnolo che, naturalmente e istintivamente per me divenne e restò poi sempre e soltanto Federico” e Albertone. Un’amicizia storica, in occasione del centenario della nascita di entrambi, raccontata attraverso gli oggetti raccolti in una vita dal collezionista lucchese Alessandro Orsucci
Una punta di malinconia non manca mai, nemmeno nei poster pubblicitari per promuovere il film. Anche se “I Vitelloni” rappresenta il vero battesimo della carriera di Alberto Sordi, questa sensazione non viene cancellata neanche dalle sue battute. Dalla prima locandina con la spiaggia sullo sfondo, ai poster nei quali Alberto Sordi non compariva, perché non era ancora abbastanza conosciuto, fino ai cartelloni in cui è la sua figura a predominare su quella di tutti gli altri, con tanto di cappellino preso in prestito dalla sorella Olga. La mostra “Alberto Sordi, Fellini e i Vitelloni: 100 anni insieme” non celebra solo il centenario dalla nascita di due mostri sacri del cinema italiano (Sordi era del 15 giugno, Fellini del 20 gennaio 1920), ma racconta un’amicizia che tra teatro, set e pranzi della domenica è durata una vita intera.
Nel contesto del Lucca Film Festival, a Palazzo Pfanner, il collezionista Alessandro Orsucci espone fino al 15 ottobre esemplari preziosi di cartellonistica e materiale pubblicitario dei Vitelloni e dei film di Sordi e Fellini. Pezzi studiati, inseguiti e raccolti in trent’anni di ricerca.
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