La Mostra di Venezia ha segnato la strada per certi festival a venire, quelli che consentiranno di trovarsi nello stesso posto negli stessi giorni, con mascherina e posti prenotati. Il Torino Film Festival – pochi mesi dopo, sembrano molti di più – è la prima grande manifestazione, molto seguita dal pubblico, che inaugura il modello “ognuno a casa sua”. Addetti ai lavori e normali spettatori vedono i film da casa, collegati con MyMovies che fornisce la piattaforma e già aveva collaudato le visioni collettive, a orario fisso: ci si iscrive, si paga e si guarda (i film festivalieri costano 3 euro e mezzo, 49 euro l’abbonamento per gli oltre 100 titoli, tra lungometraggi e corti). Il Torino Film Festival numero 38 si è inaugurato venerdì scorso e proseguirà fino a sabato 28. Manca all’appello – da quando Stefano Francia di Celle ha preso il posto di Emanuela Martini che lo aveva diretto fino all’anno scorso – la sezione che ospitava film provenienti da altri festival. Negli anni d’oro, c’era da godere perfino una sezione Americana, ricca di film indipendenti.
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