Una storia di passione, di affari loschi e di furibonda rivalsa che terrà conto, parole della produttrice, di “gender, race, sexual orientation”. E così invece delle feste ci toccherà la dolorosa storia del domestico
Bella notizia, faranno una serie da “Il grande Gatsby” di Francis Scott Fitzgerald. Quanto a guardaroba, batte di sicuro “La regina degli scacchi”: siamo negli anni Venti, in piena età del jazz. Quanto a trama & scioglimento – intendiamo: uno scioglimento che tenga conto di tutti gli indizi disseminati qua e là – batte sicuramente “The Undoing”. Giusto per fare il paragone con le ultime storie acchiappa spettatori. I ricchi ci sono, non abitano in attici con vista su Central Park, ma in ville sfarzose sulla costa d’oro di Long Island. C’è anche un’identità rubata, come quella che Don Draper assume in “Mad Men”, costruendoci sopra una carriera. Paolo Conte ricorda alle ragazze “Non perderti per niente al mondo lo spettacolo d’arte varia di uno innamorato di te”. Ecco, “Il grande Gatsby” è quello spettacolo fatto sfarzoso ricevimento. Gatsby vuole riacchiappare Daisy, la ragazza che gli aveva giurato fedeltà (quando lui ancora grande non era, e stava partendo per la guerra) e invece ha sposato un altro.
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