Tre registe candidate, gli 89 giornalisti della stampa estera a Los Angeles sanno come posizionarsi all’avanguardia. Non solo nel calendario della prima stagione di statuette post Covid, quella che ha dimostrato l’irrilevanza della sale. La maggior parte dei film candidati o li abbiamo visti in streaming, o ancora devono uscire (speriamo presto, che le crisi d’astinenza già si avvertono, piuttosto acute, e i titoli sono molto interessanti). Si potrebbe far presente che la retromarcia dei film diretti da maschi – in genere con budget più sostanziosi, che poi devono rientrare al botteghino – un pochino aiuta. Ma conviene prendere quel che c’è, quando c’è. Le meritevoli sono Regina King per “Una notte a Miami” (già su Amazon Prime), Emerald Fennell per “Promising Young Woman”, Chloé Zhao per “Nomadland” (già Leone d’oro alla Mostra di Venezia). Due su tre – Emerald Fennel e Chloé Zhao, da un reportage di Jessica Bruder uscito in Italia da Clichy - hanno scritto il loro film. Regina King, che finora conoscevamo come attrice da Oscar (“Se la strada potesse parlare” di Barry Jenkins), ha portato sullo schermo il testo teatrale di Kemp Powers – l’uomo che ha aiutato Pete Docter con il personaggi neri di “Soul”.
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