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popcorn

Risparmiateci gli intervalli al cinema

Mariarosa Mancuso

Sarebbe meraviglioso poter vedere i film come nel resto del mondo, dove i popcorn – anche a vasche – si possono sgranocchiare durante il film

Sparirà l’intervallo? Davvero sparirà l’intervallo tra primo e secondo tempo, nei cinema italiani? Non saremo più infastiditi dalle luci in sala che si riaccendono, mentre sullo schermo una scena viene tranciata da una mannaia che non conosce le regole dell’arte? Sarebbe meraviglioso poter vedere i film come nel resto del mondo, dove i popcorn – anche a vasche, con burro abbondante e nei cinemini all’avanguardia garantito biologico – si possono sgranocchiare durante il film. Incassati subito i soldi dei collateral, non c’è bisogno dell’orrendo intervallo. Peraltro, residuo dell’avanspettacolo o del teatro: la struttura drammatica dei copioni segue la regola aurea dei tre atti, nessun regista ha mai pensato un film in due parti.

Le altre regole franceschiniane per la riapertura non sono ancora chiare, a partire dal numero di spettatori da ammettere nelle sale chiuse. Sotto a una certa percentuale, lo spettacolo non è redditizio per chi gestisce la sala (i costi fissi restano tali e quali, magari un po’ meno lattine di bibite appiccicosa da raccogliere). I cinema che per statuto fanno pochi spettatori – si son chiamati per anni cinema d’essai – non dovrebbero aver bisogno di ulteriori ristrettezze (sempre che siano riusciti a sopravvivere fino a oggi: protestano gli spettatori, protesta lo spettacolo dal vivo, protestano anche i cinematografari, ma sempre in nome della cultura, non del soldo). La salvezza italiana sono naturalmente le arene estive, ma nessuno finora c’è andato per distanziarsi dalla compagnia.

I titoli da programmare sono l’altra grande incognita. Riceviamo mail che promettono un certo titolo “nei cinema”, altri “nei cinema e in streaming”, imitando le scelte fatte da certe major americane, convinte che ammucchiarsi nelle sale non sarà possibile fino a chissà quando, e però sono i film popolari a far guadagnare di più. Accanto a titoli preziosi e imperdibili come “The Climb” di Michael Angelo Covino (applauditissimo a Cannes 2019 e conteso dai distributori, ora sta su Chili), abbiamo ricevuto inviti per titoli che approfittavano del campo lasciato libero dalle ghiottonerie per sgomitare e conquistarsi il loro spazietto. L’Esselunga regala biglietti del cinema, la promozione prudentemente scade a fine 2022. Neanche Amazon e Netflix sono più una garanzia, tranne per i titoli che rischiavano di scomparire, e invece sono usciti in tempo per la corsa degli Oscar. Per esempio, “Una notte a Miami” di Regina King. Se davvero, come promette Joe Biden, gli americani saranno tutti vaccinati entro il fatidico 4 luglio – data di inizio della stagione cinematografica americana (quella estiva, beati loro che ne hanno due) – qualche film interessante dovrebbe arrivare anche in Italia. Dove d’estate non si va al cinema, si sguazza al mare. Figuriamoci dopo un anno quasi sempre chiusi in casa.

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