Genitori vs influencer
La recensione del film di Michela Andreozzi, con Fabio Volo, Ginevra Francesconi, Giulia De Lellis (Sky on demand)
La figlia modello viveva in armonia con il papà insegnante, e gli inquilini del condominio con cui passare i pomeriggi (mamma non c’è, restano i suoi cioccolatini come consolazione nei momenti di sconforto). Unico cruccio: “Mi prendono in giro perché ho preso dieci nel tema”. Passano gli anni, resta il condominio (che siccome siamo al cinema è un tantino fuori mercato, rispetto allo stipendio genitoriale, e vanta inquilini come l’aspirante scrittrice che fa la netturbina). La figlia Simone, come le ragazze della sua età, sta tutto il giorno appiccicata allo smartphone. “Esiste un mondo anche fuori dal telefono”, sentenzia il genitore con piglio da padrefamiglia con panciotto e sigaro. L’attore è Fabio Volo, che purtroppo non sfrutta a fondo l’ironia della situazione: per anni è stato lui accusato di distruggere con i suoi bestseller la letteratura (qualcuno fece un fotomontaggio con la sua foto sulla copertina dei Meridiani Mondadori, e ci cascarono in tanti, mentre non sono pervenute proteste per Tiziano Terzani, guru). Vorrebbe mandare a zappare la terra tutti gli influencer con i loro follower – anche da qui si capisce quanto pigra e passatista sia la sceneggiatura, la terra non la zappano più neppure i contadini. Uno che come lui insegna “la società liquida” – a studenti dall’attenzione vagabonda – dovrebbe pure saperlo. “State diventando ciechi per il motivo sbagliato” è l’altro suo cavallo di battaglia. Sarebbe divertente sapere quanti tra i suoi student* (maschi? o vale anche per le femmine? o non si tratterà di frase che discrimina?) afferrano la battuta. Entra in scena l’influencer Eleonora, e cominciano le scaramucce con il genitore boomer. Drammaturgia scarsa, regia da principiante.
Effetto nostalgia