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Ma perché ci sono pistole cariche sui set?
Non si capisce come Alec Baldwin, maneggiando una pistola di scena, abbia potuto uccidere il direttore della fotografia Halina Hutchins e mandare all’ospedale il regista Joel Souza sul set di “Rust”. I precedenti de "Il corvo", "Ai confini della realtà" e "Top Gun"
Il cinema è finzione. Tranne quando si girano le sparatorie. Sennò non si capisce come Alec Baldwin, maneggiando una pistola di scena, abbia potuto uccidere il direttore della fotografia Halina Hutchins e mandare all’ospedale il regista Joel Souza. E’ accaduto sul set di “Rust”, storia di un tredicenne rimasto orfano alla fine dell’800, in Texas. Uccide il padrone di un ranch – ma è stato un incidente – e si dà alla fuga con il nonno, appunto Alec Baldwin. Tra il nome e il cognome un tempo compariva la qualifica di “bisteccone”: gli anni e la bravura dimostrata nella recitazione – per esempio, accanto a Tina Fey in “30 Rock” – hanno cancellato il carnale giudizio.
Le indagini per chiarire la dinamica del fattaccio sono ancora in corso. L’attore è stato visto piangere sul set. La famiglia di Brandon Lee, il figlio di Bruce Lee morto a 28 anni sul set di “Il corvo” – pallottole calibro 44 sparate da un’arma che sarebbe dovuta essere scarica – ha manifestato con un tweet la sua solidarietà alle famiglie delle vittime. Aggiungendo: “mai più nessuno dovrà morire su un set per un colpo di pistola”.
Naturalmente restano gli altri incidenti, meno facilmente evitabili. Capitano agli stuntmen, agli elicotteri, alle automobili. Stavamo per dire “ai cavalli”. Ma i quadrupedi sono più protetti degli attori: George Clooney girando “Syriana” è rimasto ferito alla schiena, Daniel Craig si è rotto una gamba sul set dell’ultimo James Bond, ma “nessun animale è stato maltrattato per girare questa pellicola”.
Un film particolarmente sfortunato fu “Ai confini della realtà” diretto da John Landis. L’elicottero si schiantò al suolo durante una scena – pare volasse troppo basso. Morì l’attore Vic Morrow e assieme a lui due piccole comparse che non erano neppure sotto contratto, per aggirare le regole che in California impediscono il lavoro notturno dei minori. Morto anche un pilota acrobatico scritturato per le riprese in volo di “Top Gun” (Tom Cruise era al sicuro, l’ultimo “Mission Impossible” ha avuto contro la pandemia e le quarantene, parte della troupe ha preferito rientrare a casa).
Ma perché ci sono pistole cariche sui set? “Gli effetti speciali non bastano”, spiega Dave Brown. Alle spalle, ha 25 anni di lavoro come esperto di armi da fuoco per il cinema. Procura pistole, fucili, mitragliatrici. Finte, ma realistiche, per le riprese a distanza. Vere, ma caricate a salve, per le riprese ravvicinate. Per ogni arma, conosce gli angoli di ripresa più adatti. Ha il suo motto, esposto su un numero del mensile “American Cinematographer” datato 2019. “Se un attore sbaglia, può rifare la scena. Se un attore con un’arma sbaglia, il giorno dopo finisce sulle prime pagine dei giornali”.
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