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Le bucce di banana sulla strada di Jane Campion verso gli Oscar
Sam Elliott, vecchio attore di western, si scaglia contro "Il potere del cane": cosa ne sa Jane Campion del vero west americano? Ma il peggio è la frase della regista rivolta alle sorelle Williams: "Voi non dovete competere con gli uomini". Non poteva incamminarsi su un terreno più scivoloso
Non siamo abbastanza fan di Jane Campion, né del suo film “Il potere del cane”, per gridare allo scandalo se non vincesse l’Oscar. Da gran favorita – con una dozzina di candidature – come l’abbiamo considerata fino all’altro ieri. Non è un modo di dire. La regista era al comando, finché non le è venuto in mente di dire, di fronte alle sorelle tenniste Serena e Venus Villiams: “Che meraviglie siete. E almeno voi non dovete gareggiare contro gli uomini”. Faceva riferimento alle poche donne registe, ma il commento è stato considerato offensivo, razzista, antifemminista. Al punto da compromettere le possibilità di vittoria agli Oscar (la cerimonia, il prossimo 27 marzo).
Pensiero maligno. Sta a vedere che ora, mentre qualche festival ha cancellato la distinzione tra miglior interpretazione maschile e miglior interpretazione femminile, bisognerà istituire un girone separato per le donne registe. Nel grande disordine sotto il cielo, la marcia trionfale di Campion ha avuto un brusco stop. Le sorelle Williams l’avevano presa bene. Ma le baruffe sui social sono state l’occasione per vecchi rancori e nuove antipatie.
Sam Elliott, attore con tanti western in curriculum, c’è andato pesante: “Cosa ne sa Jane Campion del west americano, lei che ha girato il film in Nuova Zelanda spacciandola per il Montana?”. La regista ha risposto: “Non è mica un cowboy, fa solo l’attore”. Non bastasse, il film è prodotto da Netflix, che investe nel cinema sempre più soldi, senza per questo riuscire a farsi amare (e neppure ammettere in concorso al Festival di Cannes). Non bastasse ancora, il cowboy Benedict Cumberbatch – machismo ostentato e violenza verso i deboli – non sarebbe piaciuto a John Wayne.
Per questo il film è perfetto per gli Oscar. Una regista donna che entra nel territorio del diavolo, e deve vedersela con i maschi che considerano il cinema e i generi cosa loro. Per sbarrarle la strada, sono tornate fuori vecchie foto di Kirsten Dunst (ha una parte nel “Potere del cane”) accanto a Lars von Trier nel suo delirio antisemita a Cannes. Ce n’è anche per “Lezioni di piano”, il film che lanciò Campion e nel 1993 le fece vincere a Cannes la Palma d’oro. In sintesi: “I maori sullo schermo appaiono personcine carine senza una sola preoccupazione al mondo”.
Il Guardian segnala che “Campion contro Williams” non è l’unica buccia di banana capitata sulla passerella degli Oscar. Michael Caine disse agli attori di colore che dovevano essere pazienti, prima o poi una statuetta sarebbe capitata anche a loro. Era il 2002, riuscì a evitare il linciaggio. Nel caso di Jane Campion, le polemiche sono il giusto contrappasso per un film costruito per calamitare premi, medaglie, coccarde e altri riconoscimenti.
Politicamente corretto e panettone