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Ripescate il bel film di Louis C. K.
“I Love You, Daddy”, girato nel 2017, con Chloë Grace Moretz e John Malkovich. Blando non era e per questo fu messo al bando. Non come il nuovissimo "Fourth of July", scritto dal comico in collaborazione con Joe List: la sua zampata si sente poco
Quando finirà? Louis C. K. era in gran forma, nello spettacolo al Teatro Arcimboldi un mesetto fa. Battute come ai vecchi tempi, prima della caduta in disgrazia (evitiamo i commenti sulle signorine che all’esibizionistica richiesta hanno detto “sì”, mettendolo in carico alle posizioni di potere e ai rischi per la carriera).
Applausi scroscianti su temi delicati: la comicità lì deve andare a parare (pensate che il poveretto scivolato sulla buccia di banana si diverta a finire lungo disteso?). Pena l’irrilevanza: Vulture ha chiesto a una trentina di comici di raccontare la loro barzelletta preferita – non battuta, proprio barzelletta. Ne è uscito un repertorio da quinta elementare (o meno, magari le nuove generazioni son più sveglie). In cima alla lista, le storielle sulle galline che attraversano la strada.
Annunciato a cose fatte sulla newsletter, Louis C. K. ha appena girato un film e lo ha fatto uscire in pochi cinema americani. Niente grandi catene, il comico è ancora considerato indigeribile per il grande pubblico (lo era anche prima, d’élite: non scherziamo sulle cose serie). Siccome non aveva possibilità di uscire nei circuiti che portano i soldi a casa, il budget è risicato. Indipendentissimo.
Louis C. K. ha scritto “Fourth of July” in collaborazione con Joe List, che ha la parte del protagonista. Precedente lavoro, uno spettacolo comico diretto da Jason Katz e intitolato “I Hate Myself”. Nel film si chiama Jeff, pianista, ex alcolista sobrio da tre anni, ansioso e nevrotico all’ultimo stadio. Con Louis C. K. come strizzacervelli: scelta forse non brillantissima, visti i trascorsi (Una spiacevole conseguenza dei trascorsi, è capitato anche con Woody Allen, che poi i nemici fanno confusione tra vita e cinema).
“Fourth of July” è uscito ieri nelle poche sale preposte, le recensioni purtroppo non sono granché. Chi dice “blando”, che dice “la zampata di Louis C. K. si sente poco”, chi dice “è stata una mano tesa verso il collega”, chi lo trova cupo e deprimente. Però un bel film di Louis C. K. esiste, ricacciato chissà dove perché all’uscita era troppo scottante da maneggiare. Titolo: “I Love You, Daddy”, girato nel 2017, con Chloë Grace Moretz e John Malkovich. Blando non era e per questo fu messo al bando. A distinguere l’autore dall’opera ormai non ci prova più nessuno.
Nel film c’è una storia di sponsor – nel senso dei Alcolisti anonimi, la persona a cui ti rivolgi quando stai per ricascarci. E una terribile famiglia, Jeff ci torna per trascorrere la festa del 4 luglio, trova un assortimento di razzisti e sessisti, al comando di una madre terribile. Speriamo che qualcuno colga l’occasione per ripescare “I Love You, Daddy”. Mica l’avranno bruciato?
Politicamente corretto e panettone