Una cavolata pazzesca
Perché il Bonus cinema di Sangiuliano è come la Corazzata Kotiomkin
Il fondo da 10 milioni per finanziare lo sconto da 3 euro sui biglietti non aiuterà i cinema a superare la crisi: visto il numero degli ingressi durerà un paio di settimane e servirà solo a portare in sala chi già ci va
Il fatto che l’idea fosse di Dario Franceschini avrebbe dovuto destare qualche sospetto. Invece il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha ritenuta quella del suo predecessore una genialata. E così ha firmato un decreto, il suo primo, “per riportare le persone al cinema” attraverso uno sconto di 3 euro, da scaricare con lo Spid, per ogni biglietto staccato in un arco di tre mesi con un prezzo massimo di 7 euro, così “il prezzo finale per lo spettatore sarà non superiore a 4 euro”, dice Sangiuliano. Risorse stanziate: 10 milioni di euro.
I cinema, dopo il Covid, sono entrati in crisi profonda. Ma è davvero una sfida alla logica e alla matematica affrontarla così. Basta un calcolo banale: con 10 milioni di stanziamento e uno sconto di 3 euro si finanziano 3,33 milioni di biglietti. Nel 2021, annus horribilis dei cinema in Italia (-55% delle presenze), nel solo mese di dicembre sono stati staccati 5,7 milioni di biglietti. Vuol dire che se il bonus partisse il 1° dicembre durerebbe un paio di settimane (altro che tre mesi!). E solo per sussidiare gli stessi ingressi dell’anno peggiore della storia.
Ma se l’obiettivo è quello di “riportare le persone al cinema”, ovvero i 13 milioni di biglietti di dicembre 2019, il bonus durerebbe otto giorni. In ogni caso, uno sconto temporaneo andrà a finanziare chi in sala già ci va, senza alcun aiuto sostanziale per i cinema. Insomma il Bonus Sangiuliano, come avrebbe detto uno che le sale le riempiva, è un po’ come la Corazzata Kotiomkin.