Foto di Krists Luhaers, via Unsplash 

Popcorn

Una casella postale piena di nuovi festival in arrivo

Mariarosa Mancuso

Dal racconto di una ragazza annoiata invitata da un amico alla caccia al cinghiale a una rassegna di cortometraggi sul cibo: con tanto di scoperta dei formaggi, montagne del Kirghizistan e film macedoni sul miele

La giornata è scandita dalle mail. Anche la vostra, sicuro. Magari ne ricevete di più interessanti, tra  inviti a sfilate di moda, viaggi, concerti (chiamiamola “invidia postale”). Noi accumuliamo, in grande quantità, inviti alle anteprime. “Kindly remind” delle anteprime che abbiamo segnato sull’agenda e già dimenticato (segue spesso anche la telefonata). Comunicati sulle colonne sonore dei film appena visti (ormai anche Diabolik non è nessuno senza Diodato). Annunci di “inizio riprese”. Nuovi festival che nascono, non solo estivi.

 

Le ultime due categorie sono le più interessanti. Il penultimo annuncio pervenuto di inizio riprese riguarda “Resvrgis” – scritto proprio così, come su una lapide. Dirige Francesco Carnesecchi, conosciuto anche come Frank Jerky. Racconta una ragazza annoiata e stanca dell’ipocrisia dei suoi genitori, invitata da un amico per Pasqua alla caccia al cinghiale sui monti Simbruini. Un horror sullo schermo e un horror nei conti, chi mai vorrà vederlo? Sono iniziate anche le riprese di un film su Gioacchino da Fiore, intitolato “Il Monaco che vinse l’Apocalisse” (maiuscole loro). L’attore Francesco Turbanti si è sottoposto alla tonsura, ha digiunato e passeggiato per giorni a piedi scalzi. Già si indovinano le folle in fila al botteghino.

 

Per la sezione neo-festivaliera, è arrivato qualche giorno fa l’annuncio del Soave film festival, che chiude oggi dopo 4 giorni di programmazione (a ridosso di un Valpolicella film festival organizzato qualche giorno prima). Prometteva film sul tema della terra, l’uomo e l’ambiente, la sostenibilità: tutte cose che poco o niente ci appassionano, per questo vediamo tanti film. 

È arrivato un secondo comunicato, titolo: “Omaggio al Signor Formaggio” (maiuscole loro). E lì abbiamo ceduto. In programma, l’aperitivo “Un’ora con il Casaro”, dedicato alla scoperta del formaggio Monte Veronese DOP. E una serie di cortometraggi uno più gustoso dell’altro, sulla carta almeno. Per esempio “Raclette Kirghiz” di Sandra Hebler. In Kirghizistan i pastori nomadi della steppa vorrebbero imparare a fare un formaggio. Una signora svizzera fonda un’associazione e trova per loro una maestra casara. 

 

L’iraniano “Asho” di Jafar Najaf racconta un giovane pastore di capre. Vorrebbe fare l’attore di cinema ma gli hanno già combinato un matrimonio con la cugina. Lo spagnolo Malay Alayòn – “Comprar mortal / Spesa letale” – illustra una ribellione alla spesa che fa bene al pianeta. 

Ieri la giornata era dedicata al miele, aperitivo con l’apicoltore Davide Zuanazzi. In chiusura un film macedone, e intanto vengono in mente gli alveari che il padre dello scrittore Alexandar Hemon curava a Sarajevo. E poi in Canada, dove emigrò poco prima dell’assedio. 

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