I fratelli Frattasio in una scena del film (Wikimedia) 

Mixed by Erry

I principi del tarocco che a Napoli hanno fatto miliardi con la pirateria. Il film su di loro

Francesco Palmieri

I fratelli Frattasio hanno segnato a loro modo l'immaginario, riproducendo abusivamente audiocassette a Forcella. Sono stati i più grandi pirati della discografia italiana, di cui qualcuno conserva ancora le cassette, oggetto vintage di un’epoca inconcepibile con la smaterializzazione della musica. Ora arrivano al cinema

Con o senza nostalgia, c’era una volta una città di cui vivevi la cronaca senza immaginare che un domani sarebbe diventata materiale di libri e di film. C’era Napoli crudele e magica fra gli anni 80 e 90, che trasudava bellezza e omicidi in un periodo irripetuto di pazzia e creatività, di successi e processi. Si fa appena in tempo a rievocare Massimo Troisi con il film di Mario Martone Laggiù qualcuno mi ama, che arriva nelle sale Mixed by Erry di Sydney Sibilia, la storia assai diversa ma sempre attinta a quegli anni dei fratelli Frattasio, i più grandi pirati della discografia italiana, di cui qualcuno conserva ancora le cassette come pregiato oggetto vintage di un’epoca inconcepibile con la smaterializzazione della musica.

 

La libertà non era Spotify ma il walkman di Fabietto Schisa che riproduce i giri e i sogni di Paolo Sorrentino nell’autobiografico E’ stata la mano di Dio; la libertà era il patrimonio di musicassette che s’impilavano fra i poster nella cameretta condivisa col fratello e si potevano ascoltare camminando, con la scelta frettolosa o puntigliosa di un nastro per colonna sonora di quel giorno, all’uscita da scuola o andando verso qualche speranzoso appuntamento.

C’erano le cassette originali e quelle duplicate alla men peggio, registrate dalla radio o scambiate con gli amici, e poi c’erano le impeccabili compilation, talvolta personalizzate, riprodotte dai Frattasio con una sigla che sarebbe diventata marchio inconfondibile di qualità e – paradosso per un falso – di originalità: Mixed by Erry, dove Erry stava per Enrico, il creativo dei quattro fratelli (anche se nel film la storia ne presenta tre). Nati poveri nel picaresco quartiere di Forcella, divennero in pochi anni ricchi e poi ricchissimi: da bambini che aspiravano alla bicicletta come a un sogno impossibile a giovani che si tolsero lo sfizio di girellare in Lamborghini per i vicoli tra l’invidia dei camorristi, di possedere cavalli da corsa e dilapidare quattrini al casinò di Montecarlo, di comprare una villa con piscina e dimenticare mazzette di contanti nelle case degli amici che poi, quando la sorte gli si volse contro, si sarebbero tutti dileguati. Quanto davvero guadagnarono i Frattasio mettendo in crisi l’industria discografica italiana non è quantificabile perché nemmeno loro tennero una vera contabilità, ma se sottrassero diritti d’autore e proventi confezionando 180 milioni di cassette è vero pure che portarono la musica in paesi sperduti del Meridione d’Italia, quando il mondo era analogico e di Amazon nemmeno esisteva l’idea. Ed è anche vero che prefigurarono con le loro compilation, arricchite dai brani correlati ai gusti delle singole raccolte, persino gli algoritmi di YouTube, e che molti cantanti alla ricerca del successo pregavano i fratelli di includerli nei nastri tra i colleghi più affermati. “Falsificatemi, per carità”: diventare visibile per chi comincia è preferibile alle royalties. Furono sì pirati ma geniali, i Frattasio di Forcella.

 

Ansa

“Mixed by Erry era diventato il sinonimo taroccato della musica di qualità a Napoli e presto si sarebbe trasformato in un fenomeno di costume”, scrive la musicologa Simona Frasca, docente all’Università Federico II, nel libro che ha ispirato l’omonimo film, pubblicato dalla casa editrice Ad est dell’equatore nel gennaio scorso. “Le serie delle compilation avevano nomi specifici come Kolossal – che riprendeva il titolo di un noto fotoromanzo – Dolci Ricordi, Nastroteca by Erry. Quando si approssimava la data di una nuova uscita, i clienti si affrettavano a prenotare alcune centinaia di copie della nuova pubblicazione. Attraverso un processo virtuoso si era consolidato un rapporto di fiducia con il pubblico degli ascoltatori”, aggiunge l’autrice.

 

“Oltre alle compilation, i Frattasio doppiavano interi lp su cassetta che, rispetto agli originali, offrivano un doppio vantaggio: costavano meno e contenevano più minuti di musica”. Spiega così la ricetta magica di Enrico il fratello maggiore Peppe, che fu la mente finanziaria della ditta: “Se un album ufficiale durava all’incirca 45 minuti, usando cassette della durata di 60 minuti riempivamo il nastro restante con un’antologia di quell’artista. Una cosa impensabile oggi, visto che sia il supporto analogico che quello digitale sono stati ampiamente superati dalla virtualità della rete”. “Una delle serie alle quali personalmente tenevo di più”, prosegue Peppe Frattasio, “era ‘il meglio di’ dedicata a cantanti stranieri degli anni Sessanta come Paul Anka, Neil Sedaka, Antoine. Anche questo ci distingueva dagli altri, la concorrenza non sapeva niente di questi artisti, non sapeva neanche che esistessero quei nomi”.

 

La cultura musicale di Enrico e fratelli era sbalorditiva e aggiornata: arrivavano a spendere 800 mila lire in una volta sola nei negozi legali per accaparrarsi tutte le uscite e selezionarle, per mixarle con la voce di Erry o ricreare sulle tracce originali veri e propri brani dialettali d’occasione come quello elaborato per il primo scudetto del Napoli e trasmesso persino dalla Rai. Mixed by Erry non conosceva steccati di gusto: la produzione soddisfaceva tutti i gusti, inclusa la musica da chiesa richiesta dai sacerdoti e i nastri coi richiami degli uccelli. Enrico, quando voleva, arrotondava gli introiti con l’attività di disc jockey dal vivo nella prospera industria dei matrimoni, che beneficiava decine di artisti del genere neomelodico ingaggiati per l’intera cerimonia o per un “flash”, ossia una esecuzione di pochi minuti (formula che permetteva al cantante e al suo gruppo di spostarsi velocemente partecipando, in un pomeriggio, a più banchetti nuziali). Il cachet di Erry ammontava, siamo sempre negli anni 80, a due milioni di lire per tutta la serata e a 400 mila lire per un flash. Privi di formazione manageriale ma dotati di istinto finissimo, i Frattasio costituirono un impero commerciale disseminando Napoli di laboratori per la riproduzione, plotoni di corrieri per la distribuzione al dettaglio e magazzini per lo stoccaggio della merce che cambiavano continuamente indirizzo dopo ogni sequestro della Guardia di Finanza. “Attivi fino al 1997, i fratelli Frattasio hanno venduto in media 40.000 cassette musicali al giorno, hanno dato lavoro a circa cento persone senza alcuna garanzia contrattuale, non hanno mai pagato tasse e in compenso hanno accumulato enormi ricchezze con un’attività che si diffuse in Europa orientale e in Cina soprattutto in seguito al cambio del supporto con il passaggio dalla musicassetta al cd”, osserva Frasca.

 

La sfida alla legge e al mercato assunse dimensioni così grosse che il loro stesso marchio fu piratato, sicché alle confezioni “originali” i fratelli apposero la dicitura “Attenzione: le cassette con fotocopia non sono Mixed by Erry”. L’avvertenza rivendicava, al contempo, la qualità delle attrezzature e dei materiali impiegati “per un ascolto pulito”. (Gratissimo alla Sony, Peppe avrebbe battezzato Sonia la propria figlia).

 

Forse la goccia che fece traboccare il vaso fu la compilation completa del Festival di Sanremo distribuita sulle bancarelle ancora prima che fossero pubblicati i dischi ufficiali, lasciando sospettare la presenza di una talpa nella Rai e che fu invece frutto della velocità organizzativa dei falsari. La pirateria aveva ormai raggiunto proporzioni clamorose e arrivò il momento di pagare il conto. Il blitz scattò mentre i fratelli cominciavano a riconvertire parte delle attività in forma legale, con l’apertura di regolari rivendite di supporti e macchinari Sony e Tdk. Nel maggio 1997 i Frattasio furono arrestati e sarebbero stati condannati a quattro anni e mezzo. Svaniva il loro sogno, assieme a una ricchezza al nero che ingenuamente non seppero mettere al riparo. L’esperienza di Poggioreale fu tremenda per chi non si sentiva un vero “criminale”: “Nella cella dove eravamo”, ha rievocato Peppe, “c’erano persone con due, anche tre omicidi a testa. Sentivo un abisso rispetto a loro, noi ci occupavamo di musica, una cosa bella”. La retata del ‘97 portò in cella una sessantina di presunti complici, ma a restare in prigione, e poi ai domiciliari, sarebbero rimasti solo i Frattasio: “Meglio così”, dice Peppe, “perché visto il numero delle persone coinvolte avrebbero dovuto riservare un carcere intero solo per detenere quelli che avevano lavorato con Mixed by Erry”.

 

Sembra poco comprensibile, giudicata con il metro di adesso, la maggiore tolleranza di cui profittò a quel tempo la pirateria. La verità è che sembrò più sopportabile di altri reati cruenti o violenti in una città pullulante di banchetti per la vendita al dettaglio indisturbata di sigarette notte e giorno. Anche chi scriveva di cronaca, senza immaginarla futura materia di libri e di film, aspettava in redazione il guaglione del bar (un minore al nero) con i caffè e il pacchetto di Marlboro di contrabbando, più economico e gustoso rispetto a quello col bollino dei Monopoli. Pagava ovviamente senza scontrino e mentre batteva la notizia su un sequestro di merce contraffatta teneva un nastro Mixed by Erry, con cui lenire le attese nel traffico, infilato ancora nell’autoradio portata su per evitare che i ladri la rubassero spaccando il finestrino della macchina.

 

C’è una duplicità emblematica a Forcella, l’antichissimo quartiere dalla nomea difficile dove nacquero i fratelli Frattasio, un’ambiguità contenuta nel nome e nello stemma che contrassegnano da sempre questo “seggio” cittadino: la Y di una biforcazione, che non è forse riferita solo alla topografia della strada. Per qualcuno è la trasposizione araldica di una scuola pitagorica, per altri rappresentò le forche che lì venivano innalzate o addirittura il simbolo della forcina con cui Virgilio, stando alle cronache medievali che elevarono il poeta al rango di potente mago, scacciò da quei paraggi serpenti e animali nocivi. Quando l’incantesimo scadde, lasciando che a Forcella tornassero più mostruose creature, è materia per gli studiosi. E’ questo il quartiere dominato per anni dal clan dei Giuliano, quello dove l’adolescente Annalisa Durante restò vittima di una sparatoria, è questo il quartiere che vide la fioritura della “paranza dei bambini” e l’omicidio del suo giovanissimo boss Emanuele Sibilio.

 

E’ il quartiere dove la musica neomelodica si è intrecciata con il crimine cantando, o sistemando in versi le parole dell’epica dei latitanti. Da qui comincia l’epopea dei Frattasio, in una casa di vico Scassacocchi, la stretta strada che prenderebbe il nome dalla pavimentazione dissestata che metteva alla prova, nei secoli scorsi, le ruote e gli assi di carrozze e carretti. E’ qui che da bambini quei fratelli aiutavano il padre Pasquale a miscelare il tè con cui riempivano le bottiglie di whisky etichettate da rifilare alla Stazione a qualche ingenuo acquirente di passaggio. E’ a Forcella che si sviluppa la cultura del “pacco” e dello “scartiloffio”, ossia il mattone rifilato con grande abilità al posto di un articolo di pregio mostrato in precedenza, una specialità con cui Peppe Frattasio tirò avanti da ragazzo prima di conseguire il successo con la pirateria discografica nata dal genio di Enrico. Non è solo questo Forcella, ma è anche cose molto belle oscurate ingiustamente da una deriva germinata nel secondo Dopoguerra, quando si trasformò in “una sorta di kasbah napoletana”, come la definisce lo storico della camorra Francesco Barbagallo, dove transitò ogni tipo di traffico illecito. Contrabbando di sigarette, borsa nera, falsi e contraffazioni.

 

Eppure, malgrado la contiguità, la ditta Mixed by Erry evitò qualunque commistione con la malavita organizzata che incombeva golosa sul loro business: pirati puri o pirati gentiluomini, se si può dire, con un rammarico che Enrico, il più timido tra i germani, si porta ancora appresso. Lui non aveva cominciato per i soldi, ma per passione: avrebbe da sempre voluto fare solo il deejay. Però messo di fronte al bivio, alla Y di Forcella, non seppe decidere. “Feci la peggiore delle scelte”, se vi capita di sentirlo confesserà ancora, “perché non scelsi”.

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