L'intervista
"Pensavano che io e Brigitte Bardot fossimo nemiche. Il nostro affetto continua". Parla Claudia Cardinale
Per i francesi l'attrice è “la plus française des actrices italiennes”. "Alain Delon pensava di conquistarmi... Invece poi ha capito che così non ci sarebbe riuscito e da allora siamo diventati amici". L'omaggio di Parigi
“Solo Parigi è degna di Roma, solo Roma è degna di Parigi” è il motto del gemellaggio esclusivo tra le due capitali, ma anche del festival Dolcevita-sur-Seine, che dall’8 al 12 luglio celebra il fecondo rapporto cinematografico tra Italia e Francia attraverso una serie di proiezioni, concerti, incontri e mostre fotografiche organizzate tra il quai des Celestins, uno dei tratti più affascinanti dei lungosenna di fronte all’Île Saint Louis, i cinema Christine e Les Écoles, e l’Istituto italiano di cultura a Parigi. Per la sua seconda edizione, l’associazione Palatine, responsabile della kermesse, ha voluto omaggiare colei che è considerata “la plus française des actrices italiennes”, la diva contesa tra Luchino Visconti e Federico Fellini, la più bella italiana di Tunisi: Claudia Cardinale.
Il film di apertura del festival è stato “Il Gattopardo” di Luchino Visconti, vincitore della Palma d’oro al Festival di Cannes del 1961 e secondo incontro cinematografico tra la Cardinale e Alain Delon dopo “Rocco e i suoi fratelli” del 1960. Abbiamo chiesto proprio a lei, all’Angelica del “Gattopardo”, che ricordi ha del capolavoro viscontiano e com’è stato il suo rapporto con Delon su cui si sono dette e scritte molte cose. “All’inizio c’era un gioco tra Luchino e Alain, una sorta di scommessa. Alain pensava di conquistarmi... Invece poi ha capito che così non sarebbe stato e da allora siamo diventati amici. Sul set ci siamo divertiti tanto. O meglio fuori dal set perché sul set regnava una concentrazione unica. Siamo amici da allora e ci vogliamo molto bene. L’esperienza del ‘Gattopardo’ ci ha legati per sempre. Siamo entrati insieme nella storia del cinema grazie a Luchino”, dice al Foglio Claudia Cardinale.
Delon, come ha scritto l’attrice in una testimonianza presente nei mémoires dell’attore francese usciti lo scorso maggio, era “una combinazione perfetta di delicata bellezza e di virilità, c’era in lui la dolcezza e allo stesso tempo il pericolo”, e la cui “bellezza era a servizio dell’intelligenza e mai il contrario”. Anche per Brigitte Bardot ha parole al miele. Con lei, Claudia Cardinale, ha girato “Le Pistolere”, divertente western del 1971 diretto da Christian-Jacque. CC e BB, la mora e la bionda, incarnano due sorelle fuorilegge che ereditano un ranch nel West, si stabiliscono nella prateria e tentano di allacciare dei rapporti con i fratelli delle famiglie vicine. “Ero così felice di incontrare il mio idolo! Tutti pensavano che fossimo nemiche, la stampa era già in agguato per la notizia. E invece ci siamo volute bene fin da subito ed è nato un affetto che dura ancora oggi”, racconta Claudia Cardinale. Lo scorso novembre, Claudia Squitieri, nata dall’amore tra la madre e il regista Pasquale Squitieri, ha pubblicato “Claudia Cardinale. L’indomabile”, edito da Electa e associato all’omonima retrospettiva di Cinecittà che, dopo essere stata presentata lo scorso gennaio al MoMA di New York e alla Casa del Cinema di Roma, è sbarcata in Francia in occasione di Dolcevita-sur-Seine.
La figlia di Claudia Cardinale è anche la produttrice del cortometraggio “Un Cardinale Donna” di Manuel Maria Perrone, tenero ritratto in tre sequenze dell’icona italiana, che oggi ha trovato la sua tranquillità nella provincia francese. “Sono cresciuta parlando francese perché la Tunisia era un protettorato francese. Il siciliano lo parlavano i miei per non farsi capire. All’epoca non si trasmettevano tanto le lingue: era più importante parlare la lingua del posto, per l’integrazione. L’italiano l’ho imparato con il cinema a Roma. Da qualche anno, ho lasciato Parigi per vivere con i miei figli vicino Fontainebleau, dove ha sede anche la mia Fondazione portata avanti da mia figlia Claudia. Ho trovato nella provincia francese il mio angolo di pace ma amo sempre l’Italia e la Tunisia”, dice Claudia Cardinale.
Tra le pellicole proiettate a Dolcevita-sur-Seine per omaggiarla, c’è anche “La ragazza con la valigia” (1961) di Valerio Zurlini, secondo capitolo della “trilogia adriatica” aperta da “Estate violenta” nel 1959 e chiusa nel 1972 da “La prima notte di quiete” con protagonista Alain Delon. “Zurlini... che uomo, che cultura. Mi ha accolto con tanta dolcezza. Nel mio salotto, ho ancora una Madonna del Trecento che mi aveva regalato – racconta la ragazza con la valigia – È un regista immenso che merita ancora di essere scoperto ed apprezzato al suo giusto valore. Mi ha insegnato tantissimo. Aida Zepponi (il personaggio della Cardinale nel film di Zurlini, ndr) è stato un ruolo formatore. Valerio mi ha dato le basi: senza di lui non sarei stata l’attrice che sono diventata”.