In sala
“Oppenheimer”, film monumentale su un Prometeo con la crisi di coscienza
L’anti “Barbie” di Christopher Nolan è uscito da mercoledì sul grande schermo. Dalle urla di gioia per l'esperimento riuscito, "the Gadget", alle indagini dell'Fbi per la sospetta collaborazione sovietica
J.Robert Oppenheimer – per tutti: “Il padre della bomba atomica”, etichetta che lo faceva infuriare, era soprattutto un fisico di prima categoria – sognava la notte l’universo scomposto nei suoi elementi. Particelle quantistiche in movimento: non possiamo stabilirne la velocità e nello stesso tempo la posizione, come si fa con le biglie. Onde luminose, vicine alla relatività di Einstein e alla sua equazione che lega massa, energia e velocità della luce (al quadrato, per essere precisi). Un incubo che pare uscito dai noiosi film cosmici di Terrence Malick: “Oppie” ne era angosciato e non riusciva a dormire.
Da mercoledì nelle sale, in “Oppenheimer” di Christopher Nolan – l’anti “Barbie”, per i maschi che guardando Margot Robbie in rosa confetto hanno sbadigliato – Einstein fa una comparsata, anzi due. Berretto nero sui capelli bianchi cespugliosi, e occhi meravigliati – a perfezionare la figura del genio che dentro è rimasto bambino – passeggia vicino a un laghetto. Piccola concessione che Christopher Nolan fa ai suoi spettatori, presi in un vortice di ricerche, sperimentazioni, i nomi di Enrico Fermi, Max Born, Edward Teller, John von Neumann, Edwin Schrödinger e altri che si ricordano a fatica “Oppenheimer” segue nei dettagli la vita e l’opera dello scienziato, negli anni 30 e 40. Non si ferma a ripetere per lo studente distratto. Insiste solo sulla disputa che lo oppose al subdolo nemico Lewis Strauss. L’attore è Rober Downey jr, finalmente libero da “Iron Man” e dal suo cuore elettromagnetico.
“La persona più importante mai esistita” – stavolta la definizione si deve al regista – è il magnifico attore irlandese Cillian Murphy, prediletto da Nolan fin dal “Cavaliere Oscuro”, il Batman più nero del cinema: era il cattivo Spaventapasseri. Poi arrivarono “Inception” e il magnifico “Dunkirk”. In questo film è l’anti Einstein: testa rasata, occhi penetranti, completo grigio e cappello, emozioni trattenute – finché la prima bomba, soprannominata “the Gadget”, scoppia nel deserto di Los Alamos. Dopo le urla di gioia per l’esperimento riuscito, gli altri ordigni fabbricati passano sotto la competenza del presidente Harry Truman. Saranno lanciati in Giappone, per mettere fine alla guerra – che si spera ultima – e salvare le vite dei soldati americani. Dopo il trionfo. le indagini dell’Fbi: anche i sovietici stanno fabbricando l’atomica, “Oppie” ha un passato – e una ex fidanzata – vicina ai comunisti. Dirigeva il progetto Manhattan, nella cittadella fabbricata dal nulla in mezzo al deserto: molti fisici arruolati erano suoi amici o colleghi.
“Il Prometeo americano”, dice il titolo del libro da cui Nolan ha tratto la sceneggiatura. Prometeo rubò il fuoco agli dei per darlo agli uomini e fu duramente punito da Zeus. Oppenheimer finì sotto indagine, estesa a una vita sentimentale non proprio specchiata. Anche chi aveva lavorato con lui mise in dubbio la sua fedeltà al governo degli Stati Uniti, che intanto volevano proseguire gli armamenti con la bomba all’idrogeno, mentre a Oppie era venuta una crisi di coscienza che gli durerà per tutto il resto della la vita. Aggravante, per chi già lo sospettava di infedeltà: aveva avanzato l’ipotesi di una collaborazione, in senso pacifista, con l’alleata Unione Sovietica (al tempo di Hiroshima l’Armata rossa era già entrata ad Auschwitz, e Hitler era morto suicida nel bunker).
Serve l’uranio, sostanza rara e preziosa. Per mostrare l’avanzamento del progetto, gli scienziati – disinvolti, era materiale radioattivo – riempiono di palline scure due bocce trasparenti, una per il primo esperimento e un’altra per le bombe vere. Le conseguenze delle atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki si vedono per pochi secondi. Come in “Dunkirk”, Nolan organizza la materia su tre linee temporali: l’insegnamento a Berkeley e al Caltech (il California Institute of Technology), il trasferimento a Los Alamos, e – in bianco e nero – l’interrogatorio della commissione per le attività nucleari. Il gran cast, anche nei ruoli minori – oltre alla Struttura e alla Tecnica, applicate alla Storia – costruiscono un film monumentale.