l'asta
Un ricordino di James Bond? Da Sotheby's ce n'è davvero per tutti i gusti
La casa d'aste mette in vendita manoscritti di Ian Fleming, bottiglie di whisky Macallan, sceneggiature e anche qualche automobile. Finora nulla è rimasto senza almeno un’offerta
Un ricordino di Bond, James Bond? Anche la casa d’aste Sotheby’s, che ha la sua sede londinese in New Bond Street, gioca con il nome del personaggio. Intitola “James Bond on Bond Street” una vendita all’asta: libri di Ian Fleming, manifesti cinematografici e fotografie che gli esercenti esponevano per ingolosire gli spettatori, sceneggiature per i film con Sean Connery, sei bottiglie di whisky Macallan – una per decennio – in edizione speciale.
E qualche automobile. Una Aston Martin del 1964 che era in “Goldfinger”, stimata mezzo milione di sterline. Un’altra Aston Martin del 1987, posseduta da Albert R. Broccoli – Romolo era il secondo nome, il padre era emigrato negli Stati Uniti dalla provincia di Cosenza. L’uomo che producendo i film di James Bond fece un bel po’ di soldi (questa costa un po’ meno, è stimata 150 mila sterline). “Prezzo a richiesta” per la Mercedes 300 SL Roadster del 1953. Gli interni sono lussuosi, e il motore completamente revisionato “purrs”, scrivono sul catalogo. Insomma, “fa le fusa”.
Volendo spendere meno, va all’asta una copia di “Birds of The West Indies”, scritto dall’ornitologo americano James Bond. Ian Fleming stava in Giamaica ed era un birdwatcher dilettante. Ma quel nome gli sembrava perfettamente “anonimo”, adatto a confondere la memoria, e così se ne appropriò. Qualche anno dopo scrisse a Mrs Bond, confessando il maltolto e offrendo un risarcimento: “Se a suo marito servisse un nome per un uccello particolarmente brutto, può liberamente usare il mio e battezzarlo Ian Fleming”. La copia all’asta, autografata da Fleming e con una bella sovraccoperta turchese, è stimata tra 1.500 e 2.000 sterline. L’ultima offerta vista ieri era 1.500 sterline. Se interessati, sbrigatevi: accettano offerte online ma l’asta chiude il 22 settembre alle 14.
Qualche anno fa a New York erano stati messi all’asta gli oggetti personali di Greta Garbo (i nipoti e pronipoti, evidentemente bisognosi ma ipocriti, sostenevano che ogni fan aveva diritto a un ricordino). C’erano i costumi e le cuffie da bagno, i posacenere ancora con i mozziconi, banconote fuori corso e mai cambiate al rientro dai viaggi, scarpe scalcagnate oltre ogni limite, bellissimi abiti e magliette sformate, macinini da caffè, poltrone consunte.
Qui abbiamo soltanto materiali più che presentabili: prime edizioni dei romanzi con i cuori ripresi dalle recenti edizioni Adelphi, bozze corrette, prove di altre copertine, sempre meno astratte man mano che passa il tempo (con teschi e pugnali, sono all’asta per cento sterline). Niente calzini bucati, e neanche le giarrettiere che si vedono su certi manifesti con Sean Connery.
Non tutto ha una base d’asta, il minimo per partecipare. Finora nulla è rimasto senza almeno un’offerta. Per le bozze non corrette di “Una cascata di diamanti” qualcuno offre 14.000 sterline (la stima va da 15 mila a 25 mila). C’è l’archivio di Q, poco presente nei romanzi e fornitore di armi e soprattutto gadget nei film. Fotografie di pistole e fucili, e una lettera che suggerisce a Fleming di lasciar perdere la Beretta (considerata troppo femminile). Troviamo una serie di telegrammi editoriali: il modo più veloce per comunicare mettendo nero su bianco gli accordi presi.
Va all’asta una cartolina indirizzata a un’amante. La corrispondenza per organizzare il memorial service di Fleming. Certi manifesti con mezza dozzina di ragazze spogliate che oggi sarebbero vietati. E il primo pastiche, dove il personaggio di James Bond sconfina in un racconto di Cyril Connolly. Escursione autorizzata, il successo e la notorietà dell’agente segreto 007 con licenza di uccidere arriveranno con il cinema.