La recensione
"Diabolik - Chi sei?": un secondo film meno impeccabile del primo
Il lungometraggio sequel dei Manetti Bros, con Giacomo Gianniotti, Miriam Leone, Monica Bellucci e Valerio Mastandrea sul supereroe in tuta e mascherina tutto italiano
Terzo film dai fumetti delle sorelle Giussani, con l’eroe in tuta e mascherina tutto italiano (chissà come riusciva, nel suo laboratorio, a costruire la collezione di facce in gomma intercambiabili, per poter somigliare a chiunque). Diabolik e l’arcinemico ispettore Ginko – vale anche il viceversa – sono chiusi nella stessa cella, destinati a morte certa. Ginko ne approfitta per chiedere al molto inseguito e mai acchiappato Diabolik la storia della di lui vita, della vocazione criminale, del trasformismo, delle pratiche facce gommose, della fortuna che nasconde dentro la montagna. Se anche voi vi siete fatti queste domande, curiosi di entrare nelle pieghe oscure dei personaggi, avrete in regalo un inserto in bianco e nero – più l’immancabile rosso sangue – che spiega tutto.
Pare di stare dentro “Sin City”, by Robert Rodriguez e Frank Miller. Poi si torna alle sorelle Giussani versione Manetti Bros. Un impeccabile primo film con Luca Marinelli, un secondo film meno impeccabile, questo che chiude la trilogia (lasciando aperta la possibilità di un seguito o di un reboot). Mentre i maschi in cella si confessano, tocca alle donne risolvere la situazione: Eva Kant, fedelissima consorte di Diabolik (l’attrice è Miriam Leone). Monica Bellucci, ovverosia Altea: vedova del duca di Wallenberg, e finora fidanzata segreta dell’ispettore Ginko. Nel prossimo film, please, trovate una particina per Tim Burton.