Saveria ma giusto
Scorsese, Nolan, Scott e la gogna dei film troppo lunghi
Colpevole senza processo chi ci fa restare in sala per tre ore della nostra vita. Serve subito una moratoria internazionale contro i film dalla durata superiore ai 90 minuti
La scienza ha sensibilmente aumentato le aspettative di vita media delle persone. Il cinema le sta sensibilmente riducendo. Grazie ai grandi progressi della medicina, nell’igiene e nell’alimentazione, la maggior parte di noi arriva a superare gli ottant’anni –e da lì in poi te la giochi, ma non è più così raro arrivare ai cento anni d’età, se non di più. Ma con la durata media dei film contemporanei, quanta di questa vita viene effettivamente vissuta? “Killers of the Flower Moon”, l’ultimo film di Martin Scorsese, dura tre ore e mezza; “Napoleon” di Ridley Scott sono comunque due ore e mezza di passiva sedentarietà; “Oppenheimer”, di Christopher Nolan, erano altre tre ore passate al buio e non all’aria aperta, a fissare la vitamina D.
La durata mostruosa dei film spiega la crisi delle sale cinematografiche: le poltrone nei cinema non sono antidecubito. Al cinema si paga un biglietto d’ingresso per entrare; ma io credo che oggi il pubblico sarebbe ben felice anche di pagare un biglietto per uscire. Al cinema si va spendendo mediamente otto euro; ma io sarei disposto a pagare anche il doppio per assistere a un film di una durata umana, che mi conceda di andare a cena prima o dopo, di fare sesso durante il giorno, o anche solo di dormire a casa e non in sala. Da quando il cinema, da forma di arte e intrattenimento, è diventata una sofisticata forma di sequestro di persona non solo legalizzata ma addirittura sostenuta e sovvenzionata? Io amo il cinema; ma proprio per questo vorrei avere il tempo di vedere più film, non uno solo perché dura tutto il resto della mia vita. Io ormai, quando mi consigliano un film, non chiedo più di cosa parla, né chi sono gli attori; ma solo quanto dura. Basta con i film in versione director’s cut, incluse scene tagliate, doppi finali alternativi e riprese più lunghe; chiedo a gran voce gli audience’s cut, i film formato spettatori. Con durate civili regolate sul metabolismo umano, che tengano conto delle umane esigenze fisiologiche, del ritmo circadiano di sonno e veglia, del costo medio di una baby sitter.
In un momento in cui l’intero settore dell’audiovisivo sta attraversando un periodo di profonda crisi –il cinema in particolare– credo sia urgente dare nuovi impulsi e stimoli al settore. Dunque propongo una moratoria internazionale contro i film dalla durata superiore ai 90 minuti. Fino ai 120 minuti di durata una commissione può valutare caso per caso; ma dal 121esimo minuto in poi, scatta automaticamente il plotone d’esecuzione per regista, sceneggiatori e produttori del film, senza possibilità di appello. Automaticamente, l’opera inutilmente lunga verrà messa al macero. Sì perché se non sei capace di raccontare un film in un’ora e mezza, massimo due, vuol dire che non sei capace, punto. E il tuo film è solo una perdita di tempo –letteralmente. (Sto forse sostenendo che Martin Scorsese non sia capace a raccontare una storia? Nel caso di Scorsese è diverso: avendo superato gli ottant’anni, sa che gli resta relativamente poco da vivere; e ci invidia. Così cerca di ridurre la vita anche a noi, sequestrandoci con i suoi film lunghissimi. Ciò non lo giustifica –plotone d’esecuzione anche per lui!– ma se non altro spiega come mai un grande come Scorsese si sia ridotto a non saper più tagliare un film). Buoni propositi per il 2024: tornare al cinema a vedere solo film che durano 90 minuti, boicottando il resto.
Effetto nostalgia