Nuovo cinema Mancuso
Perché vedere "Appuntamento a Land's End"
La recensione del film di Gillies MacKinnon, con Timothy Spall, Phyllis Logan, Brian Pettifer, Ben Ewing
Land’s End è il punto più a sud-ovest della Cornovaglia, 1400 km dall’estremità a nord-est, in Scozia. Cosa conduca due giovani sposi felici da un estremo all’altro della Gran Bretagna del film non è chiaro. Prendiamolo come McGuffin per consentire all’anziano vedovo, dopo 60 anni di matrimonio, di rifare all’indietro il percorso. In autobus, con la tessera che dopo un po’ non vale più: troppo lontano da casa. Incontra un guidatore inflessibile, che lo fa scendere. Sotto la pioggia e controvento, appena riparato dalle tettoie in plexiglas – siamo in aperta campagna – Timothy Spall molto invecchiato e imbronciato (deve fingersi novantenne, dal passo incerto, ma è nato nel 1957 a Londra) attende l’arrivo dell’autobus. Uno dopo l’altro, qualcuno con le pecore a bordo. O un teppista che insulta la donna mussulmana con il velo. Stringe una valigetta, che a una fermata gli rubano (una ragazza che fino a un attimo prima parlava di dolci locali) . Recuperata, con una ferita alla testa, scappa da chi gli offre ospitalità (e una colazione di salsicce che friggono dalle sei del mattino). Ripensa alla moglie morta, aveva appena raccolto nell’orto una carota da concorso. Lo preferivamo quando borbottava nel film dedicato al pittore William Turner, e sapeva dove mettere un puntino di rosso per equilibrare un dipinto altrui. Somiglia a “L’imprevedibile viaggio di Harold Fry”, a piedi per trovare l’amica malata. Anche qui la rete e i selfie aiuteranno.
Politicamente corretto e panettone