nuovo cinema mancuso
Perché guardare "How to have sex"
La recensione del film di Molly Manning Walker, con Mia McKenna-Bruce, Samuel Bottomley, Lara Peake, Daisy Jelley
Ne hanno fatto subito un racconto morale. Invece di apprezzare la bravura della regista trentenne al suo primo film, scritto e diretto, che a Cannes ha vinto la sezione “Un Certain Regard” (dove stanno i film belli che non entrano in concorso perché certi mostri sacri hanno il posto prenotato). Apprendistato: molti video pubblicitari, per Dior, Nike, Gucci, e video musicali come direttore della fotografia. “Volevo scrivere un film per raccontare il momento migliore e peggiore nella vita delle ragazze: la prima vacanza da sole, a sedici anni, e il desiderio di farla finita con la verginità”. Le inglesi Tara, Skye e Em sbarcano a Creta dall’Inghilterra, ancora in attesa dei risultati scolastici che tanto interessano ai genitori. Hanno intenzione di divertirsi, con l’alcool e i ragazzi: uno già manda sguardi dal balcone vicino – sono a Malia, che vuol dire locali aperti 24 ore su 24, schiuma party e feste a tema – e loro non hanno ancora aperto i bagagli. Prima tappa la spiaggia, dove Tara è già abbastanza ubriaca per non opporsi alle avance di un ragazzo, anche se le piace un altro – desiderio, incerto consenso, competizione con le amiche formano un pasticcio inestricabile. E un rito di passaggio, quasi una rivincita dopo un anno difficile a scuola. Somiglia a uno “spring break” (vedere il film di Harmony Korine, il dizionario non rende l’idea). Girato da una regista complice, capace di stare appiccicata alle tre fanciulle anche nei momenti brutti.