Povere creature
La rivincita degli “himbo”, Belli & Stupidi tanto da meritare un Oscar
Da Ken a Napoleone, uomini docili e indifesi, sono la versione maschile della "bimbo" il personaggio-tipo della bionda attraente e svampita e anche loro vogliono l'Oscar. Al diavolo la “maschilità tossica”
Uomini oggetto, finalmente. “All beauty and no bite”, scrive Rebecca Ford su Vanity Fair: “Sono belli e non mordono”. È il nuovo modello di maschio cinematografico, qualcuno già proiettato verso l’Oscar. Si chiamano “himbo”, che sarebbe il maschile di “bimbo”, le bionde curvilinee e svampite, modello Marilyn. In un vecchio film faceva la segretaria, a modo suo. Entra il capo Cary Grant e chiede: “Signorina, trovi qualcuno per battere a macchina questa lettera”. “Bimbo” non è gentile per riferirsi a una signora. Neanche “himbo” lo era, secondo una definizione proposta negli anni 80 dal Washington Post: “La circonferenza del torace gareggia con quella di Dolly Parton, non hanno più cervello di una seppia, esiste il modello con brillantina armato fino ai denti, o quello sdraiato e seminudo”. Esempi: “Sylvester Stallone quando girava in pelliccia, oppure Richard Gere”. Parlare sempre di “maschilità tossica”, trovandone tracce ovunque, ha fatto risalire le quotazioni degli “himbo” – in un modello decisamente perfezionato, vogliono i loro Oscar.
Prototipo di tutti gli “himbo” è Ken, eterno fidanzato di Barbie finché non scopre il mondo di fuori – e le pellicce vistose che Sylvester Stallone indossava negli anni 80: la regista Greta Gerwig ha confessato la fonte di ispirazione. Sennò di mestiere sta in spiaggia con la tavola da surf. Biondo è biondo, sciocco pure – si ribella e crede di aver rovesciato il mondo delle Barbie, ma con un trucchetto le Barbie se lo riprendono. E lui torna felicemente a fare Ken, implorando che Barbie lo degni di uno sguardo. C’è un altro “himbo” nel film di Yorgos Lanthimos “Povere creature!”. L’avvocato Duncan Wedderburn – l’attore è Mark Ruffalo, faccia da bravo ragazzo – che si innamora di Bella Baxter al primo sguardo e se la porta in giro per un tour europeo. Di sesso, perlopiù. Non ha capito che Bella Baxter (l’attrice Emma Stone) è in grado di sfiancare anche un playboy come lui. Non molto signorile: “Tre scopate di fila, della migliore qualità. Non credo che altri uomini saranno capaci di procurarti simili rapimenti amorosi”. Bella se ne va, e lui si dispera.
Secondo Rebecca Ford, anche “Napoleone” di Joaquin Phoenix, diretto da Ridley Scott, rientra nella categoria. Il condottiero che conquistò l’Europa sembra lontano dal modello – per chi non ha visto il film. Si dispera per quel che a Parigi sta combinando la moglie Joséphine. Quando sospetta un tradimento, molla le Piramidi e torna a casa. La coppia perfetta e giocosa, purtroppo senza eredi – impensabile per un Imperatore. Lui comunque non si leva mai il cappello, a bicorno per essere sempre riconoscibile – sul campo di battaglia e a letto. Ultimo esempio della nuova schiera di maschi docili, Jacob Elordi-Felix nel film “Saltburn” di Emerald Fennell (gli indocili e violenti, puniti da Carey Mulligan, erano stati al centro del suo primo film, “Una donna promettente”). Alto, bello, aristocratico e sexy, Felix è indifeso – pure poco furbo e mai stato al cinema – quando l’attore Barry Keoghan (Oliver Quick nel film) arriva per le vacanze nella tenuta di famiglia, appunto Saltburn. Lo spettatore comincia a scoprire che il timido studente con i vestiti sbagliati e lo smoking preso a prestito non è innocente né sincero come sembra Il giovane povero non è più l’ingenuo contadino irlandese visto nel film “Gli spiriti dell’isola” di Martin McDonagh. L’aristocratico sembra cambiare faccia e perdere la sua sicurezza man mano che il film procede. Non è candidato agli Oscar per via di qualche scena di sesso, meno ordinaria che in “Povere creature!”.
Politicamente corretto e panettone