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L'ABC dei libri proibiti, una perla (breve) agli Oscar 2024
Certi premi passano quasi inosservati, da quelli tecnici alle categorie come i documentari e i cortometraggi. Tra i candidati nei Documentary Short Film spicca quello di Nevins e Adlesic, che esplora la censura nelle biblioteche americane
Certe categorie agli Oscar non se le fila quasi nessuno. Non solo i premi tecnici, che per accorciare l’interminabile diretta TV hanno cercato di consegnare senza le telecamere accese. Protesta immediata, la nottata è tornata alle smisurate lunghezze di sempre. Colpa anche dei brani musicali candidati, eseguiti in maniera spettacolare onde risvegliare in pubblico che aspetta solo di sapere “chi ha vinto”. Invece ti illudono. Un paio di premi importanti all’inizio, e poi i documentari, i cortometraggi (distinti tra quelli d’animazione e quelli recitati da attori veri), e per finire i documentari lunghi meno di ottanta minuti. Di solito son titoli che fanno giri immensi e poi ritornano, come “My Octopus Teacher” di Pippa Ehrlich e James Reed che impedì ai più sensibili di mangiare per un’estate polpi in guazzetto.
Apre la lista dei Documentary Short Film di quest’anno “The ABCs of Book Banning” di Sheila Nevins e Trish Adlesic. L’ABC dei libri banditi dalle biblioteche americane. Non solo perché ci sono due pinguini maschi che chissà come hanno rubato un uovo e lo covano con amore mentre la tempesta impazza. Il blizzard nelle illustrazioni del libro non c’è, mica possiamo far sapere ai bambini che vita grama fanno i poveri pinguini al gelo (noi conosciamo la crudeltà della natura perché abbiamo visto “La marcia dei pinguini” di Luc Jacquet, altro film vincitore di Oscar).
Sale sul palco della scuola “una signorina di 100 anni”. Così si presenta, raccontando che suo marito è morto nella Seconda guerra mondiale perché non ci fossero più libri proibiti. Poi vediamo i titoli scandalosi (ci sono anche i pinguini genitore 1 e genitore 2). Mentre i lettori e soprattutto le lettrici sui dieci anni si lamentano perché non hanno libri adatti alla loro età. L’età in cui riescono a snocciolare senza sbagliare “lgbtq”. E hanno fame di conoscenza, su se stessi e il mondo.
Un libro racconta e illustra le drag queen, con i loro tacchi e i vestiti fru fru. Ma c’è anche “Ambitious Girl”, che insegna alle ragazze a saper dire no, a studiare per cercarsi un lavoro e non dover dipendere da nessuno. Purtroppo poi c’è il siparietto di Amanda Gorman, stavolta con un vestito fucsia (e sempre nulla da dire). Da annotare quel che dice Toni Morrison, che consiglia “una certa morbidezza, per assorbire senza farsi male i colpi della vita”. Viene bandito l’attivista nero James Baldwin, con il suo libro “La prossima volta il fuoco”. E si potrebbe anche capire, ci sono già in giro le Donatelle Di Cesare. Più difficile da capire è l’espulsione dalle biblioteche di “Maus”: l’olocausto raccontato a fumetti da Art Spiegelman. La centenaria ha una soluzione. Ha cucito e ricamato un quilt, con le copertine dei titoli proibiti.
Politicamente corretto e panettone