Marvel - foto via Getty Images

Correre ai ripari

Il piano B della Marvel se i supereroi inciampassero al botteghino: i romanzi

Mariarosa Mancuso

Dopo le recensioni di "Deadpool & Wolverine" i padroni della casa di produzione americana preparano le contromisure alla "fine del Marvel Cinematic Universe" commissionando agli scrittori di fantascienza libri scegliendo i tipi più grintosi che non svolazzano tra i grattacieli

Qualche recensione di “Deadpool & Wolverine” – accoppiata di supereroi fatta con gli “scarti”, nessuno dei due sta in gruppo come gli “Avengers” – è stata feroce. Abbiamo letto: “Ho visto la fine del Marvel Cinematic Universe” (e invece negli albi a fumetti i vendicatori mascherati hanno una bella resistenza). Non era un capolavoro. Deadpool che già ha il vizio di rivolgersi allo spettatore, rompendo la quarta parete, qui si diletta con la meta-narrazione. Wolverine non è neanche l’originale, morto. È di un’altra linea temporale, più musone che mai. Risultato: 438 milioni incassati nel mondo, quasi 7 milioni di euro in Italia, sotto la canicola. Del resto: “Nessuno è mai diventato povero per aver sottovalutato il gusto del pubblico”.
 

I padroni della Marvel leggeranno le recensioni andando verso la banca (di fronte a simili incassi nessuno si cruccia per la mancanza dei pallini critici). Intanto non si sa mai, erano pronte le contromisure. Se davvero i supereroi inciampassero al botteghino – se ne parla da un po’ – avranno un altro filone da sfruttare. Marvel ha commissionato agli scrittori di fantascienza – tutta gente di primo piano – romanzi con i supereroi, scegliendo i tipi più grintosi che non svolazzano tra i grattacieli.
 

Lisa Jewell, londinese di Camden che aveva scritto i primi capitoli del suo libro d’esordio in cambio di cene al ristorante – aveva scommesso con un’amica – ha dato un’altra vita a Jessica Jones. Ex supereroina, ora detective privata con traumi pregressi. I suoi servigi sono richiesti da una ricca divorziata newyorchese. Dopo una vacanza con il padre nella vecchia Inghilterra, trova i tre rampolli cambiati. Erano stati nell’Essex, punto di incrocio tra stregoneria e tecnologia per un futuro migliore. Il prezzo si paga caro nel presente, ovvio.
 

Conan il Barbaro nasce come Conan il Cimmero, nel romanzo che Robert E. Howard pubblicò nel 1932; poi eroe di altri racconti, non tutti pubblicati, e di qualche pastiche ignoto all’inventore del personaggio. Il più bravo degli apocrifi – John C. Howkins – ha firmato due racconti fuori commercio da tempo. Ora ristampati in volume con il titolo “Conan: City of The Dead”.
 

Scendono in campo le celebrità Keanu Reeves e China Miéville, con “The Book Of Elsewhere”. Singolare accoppiata: uno scrittore impegnato a sinistra in coppia con un attore che ha scritto fumetti, che qui insieme riprendono. Un cacciatore vecchio di 80.000 anni, molto somigliante a Keanu Reeves, vuole farla finita con l’immortalità. Definito dal Financial Times “un mostro di Frankenstein: tanto entusiasmo e citazioni colte ma risultati miseri”.
 

“Extremophile” di Ian Green è definito un thinky thriller con un po’ di ecologia: scoccia un po’, dovrebbero essere i lettori a dirlo. Così sembra che anche l’intelligenza sia diventata un genere. Londra è in rovina, nel Ventunesimo secolo. Già aveva immaginato la città futura Richard Jefferies, anno 1885. Titolo del romanzo: “Dove un tempo era Londra”. Ora è tutta campagna, e tutta barbarie.

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