nuovo cinema mancuso

Perché vedere U.S. Palmese dei Manetti Bros

La recensione del film con Rocco Papaleo, Massimiliano Bruno, Blaise Alfonso

Mariarosa Mancuso

Palmi. Oggi. Profondo sud. Forse neanche tanto profondo, ma il film dei Manetti lo fa sembrare tale, per amor di colore locale e di sceneggiatura. Qualcosa deve succedere, ma intanto ci sono i bar, la Gazzetta dello sport, le trasmissioni calcistiche di Sky con Fabio Capello in studio, e le telecronache con battibecco (normale, quando si moltiplicano i commentatori, che a loro volta descrivono quel che sullo schermo si vede, e gli appassionati vedrebbero e capirebbero da soli). E dunque, nel paesello che – volendo attirarci insulti e pernacchie – pare uscito da un film di Leonardo Pieraccioni, arriva Etienne, calciatore milionario cresciuto nella banlieue parigina, e spedito in mezzo al nulla (i palmesi stiano calmi, parliamo del film) per ripulire la propria immagine. Che il campionato di calcio avesse questi metodi educativi – “fai i capricci perché non vuoi mangiare la minestra? ti spediamo tra i bambini che la minestra non ce l’hanno” – non lo sapevamo, ma è sempre bello imparare qualcosa. Laggiù, il calciatore cresciuto alla periferia parigina, nei casermoni, tira fuori il bravo ragazzo che custodisce in fondo al cuore. Fa amicizia con la brava giovane Concetta (l’attrice Giulia Maenza) che si occupa dell’ospedale in pessime condizioni. In campo ha una squadra di dilettanti capricciosi come i professionisti. Rocco Papaleo, Massimiliano Bruno, Gianfelice Imparato vengono rimessi al gusto del giorno con una colonna sonora Trap.

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