L'Inter prima in classifica e in attesa della Juventus: meglio toccarsi
Consigli non richiesti a Luciano Spalletti. E una domanda: come si dice toccarsi gli zebedei in cinese?
Come si dica toccarsi gli zebedei in cinese, nel senso del gesto apotropaico, non lo sappiamo ed è facile che ancora non lo sappia nemmeno il ministro della Difesa, il conducator Spalletti. Ma è meglio che impari e consigli la manovra anche a Little Steven Zhang, casomai dalle parti di Nanchino non siano adusi alla ravanata scaccia-sfiga. Certaldese dal multiforme ingegno, Mr. Sun Tzu Spalletti non è uomo che si faccia abbindolare dalla prima sirena che si mette a sviolinare. Lo sa, lo sa per esperienza, che un complimento di troppo di Mario Sconcerti, o di Maurizio Crosetti corrispondono a orribili minacce del destino: un bacio della morte sulla pelata, un’autorete da centrocampo, un gol di testa del portiere avversario, una dichiarazione di tifo da parte di Piero Grasso. Cose da scappare e da toccarsi, appunto. Nel momento in cui hai fatto una bella partitella d’allenamento contro un Chievo più soffice del pandoro, nel momento in cui ti affacci a vedere che effetto che fa essere i primi della classe – l’ultima volta che era accaduto Matteo Renzi stava ancora al governo, per dire l’antichità – e soprattutto quando tra cinque giorni sarai a casa di quelli là: sì, proprio quelli là. Quelli che da sei anni, eccetera. Quelli che loro lo stadio di proprietà, eccetera. Quelli che hanno venticinque titolari, eccetera, e Sun Tzu se va bene quindici. E avete già capito a chi la stanno tirando, Sconcerti e soci. Perciò niente: toccarsi, ragazzi. Allenarsi tutta la settimana a toccarsi, ad Appiano. Ma poi, però. Ieri il re dei sopravvalutati, insomma Capitan Passato, ha dichiarato: “Spalletti? Qualche casino l’ha fatto”. E pure: “Scudetto non impossibile”. E se lo dice De Rossi, l’Uomo dalla manata d’oro, sai che magari annulla gli effetti delle fattucchiere?
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