Tra Milano e Verona, ci rivedremo all'inferno
I divergenti e paralleli inferni cinesi di Milan e Inter
Ci rivedremo all’inferno. E’ un vecchio film di guerra con Lee Marvin e Roger Moore, che il ministro della Difesa Lucianone Spalletti ricorda senz’altro, almeno per motivi di anagrafe. Forse lì per lì non gli è tornato in mente, ghiacciato come uno stock-fish sul prato di San Siro, gelo come ai bei tempi di San Pietroburgo. Gelato dalle tre grappette ghiacciate rifilate ai suoi ragazzi – visibilmente ubriachi già prima di iniziare a bere – dai bianconeri venuti dal Friuli. Un-due-tre, una partita che manco i Monty Python e manco San Maurito ha potuto salvare. Così si è ritrovato all’inferno, e “non eravamo più abituati”. E anche: “Ce la siamo andata a cercare”. Abituarsi, purtroppamente, farà in fretta, il ministro della Difesa. Però Ci rivedremo all’inferno deve essergli tornato in mente, regalandogli un po’ di diabolico calore, il giorno dopo. Quando la fatale Hellas ne ha rifilati tre ai Cugini Cacciaviti, e ci ha ridato un po’ di senso delle proporzioni. Divergenti e paralleli inferni cinesi. Fatto sta che i Cacciaviti sono finiti pure in castigo: niente cena di Natale, annullata, e tutti in ritiro. Invece, ieri sera, gli zuzzurelloni nerazzurri hanno festeggiato sì. Ma festeggiato che cosa, non si sa. Sun Tzu Spalletti ha chiesto di mettere mano al portafogli, compratemi qualcuno che sappia giocare al pallone. Ma The Young Zhang ha subito risposto: soldi non ce ne sono. E il ds per mancanza di alibi Ausilio, mentendo più della Boschi quando parla di banche, ha tradotto, direttamente in cinese: “Difficile trovare a gennaio giocatori più forti dei nostri”. Ma il labiale lo ha tradito. In realtà aveva detto: “Difficile vendere a qualcuno quel brocco di Brozo”.
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