La giusta Inter secondo Mentana
“L’Inter rispetto ad altre squadre è una società abbandonata a se stessa. Il presidente vive a km di distanza, come il proprietario"
Quando il gioco si fa duro (e qui s’è passati in tre mesi dal fòlber a fare la squadra materasso), quando di cinese per il Popolo Bauscia è rimasta soltanto la tortura, meglio lasciar parlare chi può farsi sentire, e limitarsi ad assentire. Uno come Enrico Mentana, direttore di proverbiale rapidità d’esecuzione – ne avesse un briciolo Eder, eh – ma soprattutto nerazzurro ed esperto di Inter quanto di sondaggi elettorali. Già aveva tirato il suo bombone tempo fa su FcInter1908.it, sito indipendente e di fulgidi colori: ehi voi di Nanchino, ridateci l’Inter! era il succo. L’altro giorno, preso da disperazione post genoana, l’hanno acchiappato quelli di Sky. Non uno sfogo, un ragionamento: “L’Inter rispetto ad altre squadre è una società abbandonata a se stessa. Il presidente vive a km di distanza, come il proprietario. C’è il figlio del proprietario a Milano, un bravissimo ragazzo di venti anni che gira con una macchina che costa quanto mezza difesa del Benevento, ma non dà l’idea di capire cosa succede in campo. L’allenatore e la squadra vengono così lasciati liberi di sbagliare e non c’è un progetto”. Eh sì, Marlboroman Sabatini imprigionato in Cina mette più malinconia di Borja Valero imprigionato nei suoi stessi piedi a centrocampo. “Se l’Inter è solo una branca del gruppo non si ha a cuore più di tanto il club e per questo serve che venga ripristinata una certa italianità”. Soprattutto: “L’Inter vede 50 mila spettatori in media a San Siro ogni settimana. Una specie di azionariato popolare si può anche concepire per una grande squadra… Tanti i tifosi che sarebbero disposti a fare l’azionariato, ho sentito che la gente è pronta, non mi faccio portavoce di nessuno però anche io sarei disposto a fare la mia parte”. Finché c’è nerazzurro, c’è speranza.
Il Foglio sportivo - in corpore sano