Luciano Spalletti (foto LaPresse)

La sbronza autolesionista di Spalletti

Maurizio Crippa

Quello che non so e non vorrò mai sapere su Inter-Juventus. E quello che so su Orsato, la Juve, Allegri e il Napoli

Ringrazierò in eterno il meraviglioso Tech Festival del Foglio che si è svolto sabato a Venezia, che mi ha impedito, nell’ordine, alcune azioni autolesioniste al limite del parossismo suicida: a) di vedere la partita; b) di seguire anche soltanto un commento sullo smartphone, o di sbirciare gli highlights malandrini; c) di leggere i giornali e i commenti del giorno dopo, perché la Giudecca è così meravigliosamente bella che i giornali non ci arrivano. E ringrazierò me stesso per avere, con cocciuto malumore, distolto gli occhi da tutte le chat. Però, a mente fredda, e tardivamente informato dei fatti, devo dire che tutti gli ettolitri di spritz che sono scivolati sulla Laguna nel weekend fogliante non sono niente, ma niente, di fronte alla sbronza colossale, demenziale, furibonda e autolesionista di Luciano Spalletti, lo Sun Tzu della disfatta. Neanche con in corpo tutto lo spritz del mondo un allenatore normale avrebbe tolto Icardi, a dieci minuti dalla fine, mentre i ragazzi eroici stavano vincendo in rimonta, in dieci contro undici, una partita d’altri tempi ed epica (così mi hanno riferito, il lunedì). Per mettere Santon. Per il patatrac. Niente, non resta che l’alcolismo, dopo questo. Ma di tutto questo, grazie al Tech Festival del Foglio, nulla so e nulla altro vorrò mai sapere.

 

So soltanto questo: a) Orsato è il più cornuto degli arbitri, lui e il suo fratello tifoso; b) i suoi labiali a culo di gallina Allegri se li può deporre in quel posto, dove tiene la Coppa con le grandi orecchie; c) la Rubentus ruba; d) l’unica squadra più ridicola dell’Inter è il Napoli, inteso anche come sindaco.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"