Monti, i giovani e il gusto per la concertazione

Marco Valerio Lo Prete

Appunti critici sugli incontri che Monti poteva evitare, senza per questo danneggiare gli under 30

    Ieri sui grandi siti web d'informazione era tutto un gran celebrare l'apertura del premier incaricato, Mario Monti, alle consultazioni con "giovani e donne" (dopo decine di partiti politici – e pensare che alle elezioni erano entrati soltanto 5 partiti in Parlamento!). Tempo qualche ora e sui social network inizia a circolare una domanda ricorrente: chi sono questi "giovani" consultati?

    Prima sorpresa, dunque: la categoria "giovani" ha una rappresentanza istituzionale. Si chiama Forum Nazionale dei Giovani e si tratta di un'associazione "ombrello" che tiene dentro "più di ottanta organizzazioni nazionali", essenzialmente giovanili di partito, di sindacato, etc., e altre associazioni tutte fortemente democratiche e aperte, come sappiamo. E lo stesso Forum non esita a definirsi "l'unica piattaforma nazionale di rappresentanza giovanile". Grazie, neanche a dirlo, a un riconoscimento arrivato per legge (Legge 30 dicembre 2004). Su Twitter, quindi, smettetela di chiedervi chi li abbia eletti o altre menate simili. E' la legge, bellezza!

    Seconda sorpresa: a Monti il Forum Nazionale Giovani cosa chiederà? Privilegi, garantiti possibilmente dai soldi pubblici. Ecco gli stralci principali della lettera. Prima richiesta: "Con forza e determinazione, esimio Presidente, Le chiediamo la coraggiosa scelta, nonostante le difficoltà del momento, di riproporre e rilanciare nel Suo Governo il Ministero e il Dipartimento della Gioventù". Seconda richiesta: "A Lei, con urgenza, chiediamo anche una risposta rispetto la salvaguardia del Fondo Nazionale per il Servizio Civile che ormai da anni subisce progressivi tagli e rischia di sparire in seguito all'ultima manovra di stabilità". Sul resto, invece, si va molto sul vago: "A chi L'ha preceduta abbiamo chiesto provvedimenti seri in merito alla disoccupazione giovanile, all'accesso al credito, al diritto alla casa, a politiche favorevoli alle giovani famiglie, alla fiscalità di vantaggio per le imprese che non assumono con contratti precari, al sostegno all'associazionismo giovanile, ad un'agenda di sostenibilità. Sono le stesse questioni che oggi sentiamo la necessità di sottoporre a Lei e sulle quali aspettiamo fiduciosi risposte concrete". Secondo me, se proprio qualcuno avesse dato la legittimità al Forum per rappresentare i giovani, quest'associazione avrebbe dovuto comportarsi esattamente all'opposto: chiedere subito una riforma delle pensioni per esigere un minimo di giustizia sociale tra chi oggi va in pensione anzitempo e chi domani una pensione ce l'avrà troppo scarna; esigere contemporaneamente una riforma del mercato del lavoro che cancelli il dualismo esistente tra iper garantiti e iper precari, altro che un Ministero della Gioventù.

    Prima non sorpresa: lo spread sale e non si ferma, anche perché alla chiarezza delle riforme e delle proposte per la crescita, unico volano cui si legano di fatto le sorti di tutte le generazioni, l'Italia pensa di poter sopperire con robuste dosi di concertazione. Da cui, per forza di cose, vengono fuori tutt'al più privilegi per interessi già esistenti, senza nessuna tutela o garanzia per i cosiddetti outsider. Colpa delle burocrazie sindacali, di quelle confindustriali, lo sapevamo, ma adesso anche di quelle giovanili? Qui il blog resta aperto a smentite e critiche, ma nessuno potrà negare che se governo tecnico dovrà essere, allora qualche consultazione (e difesa dei privilegi) in meno garantirebbe gli interessi dei "giovani" molto meglio di un incontro in più.

    Lettura consigliata come sottofondo: "Se Jobs il genio fosse nato qui", di Alessandro Penati, apparso su Repubblica lo scorso 8 ottobre.