Copia-incolla ai tempi di Monti
Il premier, la tassazione sul settore immobiliare, e le fonti in Bankitalia
Sottratto per qualche giorno al blog (e non solo) dall'Ordine dei giornalisti, che dopo 18 mesi in una redazione ci tiene a farti fare un esame scritto e orale su molto dello scibile umano, torno – con scarso tempismo – a scrivere della presentazione in Parlamento da parte di Mario Monti, neopresidente del Consiglio.
Che nel suo indirizzo alla camere Monti abbia ripreso parti della relazione da testi della Banca d'Italia è cosa nota, in particolare quando si è trattato di accennare alle nuove tasse sulla casa in arrivo. Legittimo, ovvio, abbeverarsi alla sapienza di una delle istituzioni italiane più serie e rigorose che siano in circolazione nel paese.
Ora però un attento lettore mi fa notare che a proposito di Ici e dintorni, nell'audizione dell'attuale governatore di Banca d'Italia – Ignazio Visco – in Parlamento, risalente al 30 agosto 2011 (quando Visco non era ancora governatore), si leggeva testualmente: “Tra i principali paesi europei, l'Italia è caratterizzata da una imposizione sulla proprietà immobiliare relativamente bassa”. "Relativamente bassa", occhio.
Nel discorso di Monti in Senato si dice esattamente la stessa cosa, parola per parola, tranne per un non piccolo dettaglio: “Tra i principali Paesi europei, l'Italia è caratterizzata da un'imposizione sulla proprietà immobiliare che risulta al confronto particolarmente bassa”. Rileggo: "Particolarmente bassa". Tra il copia e l'incolla si è sentito il bisogno di aggravare i toni, evidentemente. E non è difficile capire perché.