Prestatori di ultima istanza. Ecco gli europeisti

Marco Valerio Lo Prete

Riflessioni sparse, e un paio di interventi interessanti, sul ruolo della Banca centrale europea per uscire dalla spirale

    Tra i fan del ricorso all'opzione nucleare della Banca centrale europea (Bce) - leggi: Francoforte che si trasforma in prestatore di ultima istanza per tirarci fuori dalla crisi - ormai, c'è ufficialmente di tutto. Dal Nobel liberal Paul Krugman, a dire il vero uno dei primi supporter dell'ipotesi di una Bce interventista, ai liberal-liberisti piuttosto ortodossi stile Giavazzi-Alesina (leggi qui il loro editoriale di oggi sul Corriere della Sera), passando al Foglio che in Italia mi pare sia stato tra i primi quotidiani a sollevare il tema (full disclosure: scrivo per il Foglio).

    Ora però a sostegno della Bce interventista arrivano tesi di cultura decisamente europeista che secondo me vale la pena prendere ancor di più in considerazione. Si prenda l'intervento di Charles Wyplosz, professore di Economia Internazionale all'Istituto di Studi Internazionali di Ginevra, su Lavoce.info di oggi. Il prof. non liquida a cuor leggero le tesi della Bce, contraria a un intervento straordinario - "è sicuramente giusto preoccuparsi, come fate, dell'indipendenza della Bce. Uno dei più importanti progressi compiuti dall'Unione Europea è quello di aver accordato totale alle banche centrali della zona euro"; e ancora: "Convengo sul fatto che un'unione monetaria non può sopravvivere se ognuno dei paesi membri non rispetta la disciplina di bilancio" - epperò mette Francoforte di fronte a un paradosso grande come una casa: "Secondo la vostra interpretazione dell'articolo 213 del Trattato, la Bce non deve aiutare i governi. È anche la mia interpretazione, ma nel maggio 2010 la Bce ha già violato quest'articolo. Infatti, decidendo di comprare il debito pubblico greco, la Bce non ha soltanto violato lo spirito del Trattato, ha anche trasformato il sistema di funzionamento della zona euro".

    Ora, se ad arrivare a questa situazione ha contribuito - anche soltanto per un po' - la Bce, e se la solfa dell'"Eurotower inflessibile" è meno vera di quanto non ci si racconti da Francoforte, forse non è così immorale e assurdo esigere che anche la Bce contribuisca in maniera straordinaria a uscire dalla crisi attuale. Tra l'altro Wyplosz mi pare che indichi per il futuro una strada percorribile, che possa far uscire "bene" la Bce dalla vicenda, allo stesso tempo contribuendo alla soluzione della crisi, non distruggendo un capitale di credibilità acquisito in questi anni, e gettando le basi per regole future più realistiche.

    C'è soltanto un problema, nella lettera di Wyplosz: la missiva è indirizzata a Jens Weidmann, governatore della Bundesbank tedesca, perché Bce intenda. Anche questo dice abbastanza sulla situazione attuale dell'Ue, prestatore di ultima istanza o meno che sia.

    Euro al muro. Per la foto, grazie a Flickr e soprattutto a Austin555