Concertare meno, specie con i Giovani col bollino

Marco Valerio Lo Prete

Chi sono i "giovani" che il premier Mario Monti ha già incontrato due volte in nemmeno tre settimane?

    Chi sono i "giovani" che il premier Mario Monti ha già incontrato due volte in nemmeno tre settimane? Chi sono i giovani che hanno fatto inalberare il ministro Elsa Fornero per la scarsa rappresentanza femminile ai vertici dell'organizzazione? Chi sono? Se lo chiede il 98 per cento degli under 35 che conosco. Io ve l'ho già detto chi sono, l'ho scritto qui, si tratta del Forum Nazionale Giovani (full disclosure: sono ex collega d'università e amico del loro attuale portavoce, Antonio De Napoli). E vi ho detto pure che il vizio giovanile di "concertare" proprio non lo capisco, trattandosi tra l'altro di una pratica vecchia e parechio inutile (all'interesse generale).

    Oggi però del Forum scrive anche Linkiesta.it, che ha il merito tra l'altro di ricordare che:

    Ovvio che sia impossibile certificare il numero di iscritti di un'associazione non riconosciuta ai sensi e per gli effetti degli articoli 36 e seguenti del Codice Civile. Come avviene per partiti e sindacati italiani (che hanno rinunciato alla registrazione richiamata in Costituzione - che avrebbe comportato controlli sul numero degli iscritti e sulla democraticità dell'organizzazione - per evitare, come direbbe Gino Giugni, «l'intromissione dello Stato nella vita interna del gruppo»), dunque, la rappresentatività sarebbe in questi casi “presunta”. Sulla fiducia [...]

    Giusta osservazione, che tra l'altro vale per tutti i partiti, anche quelli dei meno giovani, figuriamoci se non vale per i ragazzi delle Acli (associazione fondata nel 1944, ai tempi della Guerra Fredda, per far concorrenza all'associazionismo rosso) o i quelli della Margherita (sì, pare esistano ancora pure loro).

    Monti, che ha spiegato di non essere un fan della concertazione a tutti i costi, oggi ha annunciato che il prossimo cantiere delle riforme che si apre riguarderà il mercato del lavoro, e quindi i giovani. Se confronto con le parti sociali ci dovrà essere, questa volta sarebbe più utile non limitarsi ad ascoltare i giovani con il bollino di giovani. Sarebbe meglio per esempio aguzzare l'ingegno di tecnici e giovani, magari per andare a vedere all'estero come funzionano i primi esperimenti di democrazia deliberativa. E' una questione di fiducia negli individui invece che in burocrazie organizzate, è una questione di trasparenza e merito, è una questione di rilancio civile ed economico del Paese. 

    * Un buon vecchio Town hall meeting