La Bce non si fida, e allora ecco Fmi e G20

Marco Valerio Lo Prete

Ecco cosa potrebbe succedere se Draghi non si fidasse ancora a "stampare moneta" per aiutare i paesi europei più in difficoltà

    Se l'Europa non si fidasse a sufficienza di se stessa, e se quindi Banca centrale europea e Berlino non si decidessero per una politica monetaria più espansiva (incluso l'acquisto di titoli di stato) per aiutare per esempio Italia e Spagna, allora l'Europa per salvare se stessa potrebbe chiedere l'intervento americano. Non tanto soldi americani, questa la novità, ma solo un suo intervento.

    In questa ipotesi, confermata da ambienti delle organizzazioni economiche internazionali (Fondo monetario internazionale e Banca mondiale), attraverso il Fmi confluirebbero in Europa anche fondi dei paesi emergenti (Cina, India, Russia, etc.). Ma questo avverrebbe soltanto in un secondo momento e dopo la convocazione di un G20 d'emergenza magari tra qualche settimana.

    Prima di questo, come confermano ora le indiscrezioni raccolte anche dalla Reuters, sarebbero gli stati dell'Ue – magari attraverso le loro singole Banche centrali nazionali, pur sempre esistenti – a prestare i soldi al Fondo monetario internazionale che poi li ripresterebbe agli stati dell'Ue. Confusi? Perché l'Europa non utilizza direttamente i fondi che ha a disposizione per rassicurare gli stati in difficoltà? Primo, perché la Bce non vuole tradire il suo statuto, che impedisce in ogni modo il finanziamento del debito degli stati membri. Secondo, perché se anche la Bce interpretasse in maniera più pragmatica il suo mandato e "stampasse moneta", resta un altro problema: Francoforte e Berlino non si fidano di Roma e Madrid, pensano che una volta aiutati finanziariamente potrebbero abbandonare il sentiero del rigore e delle riforme. 

    E allora ecco che torna utile il Fmi. Primo, servirebbe a far sì che i prestiti di G20 e stati Ue più "virtuosi" assumano le stesse caratteristiche di tutti i fondi erogati dal Fmi, ovvero lo status di "preferred creditor". Cosa vuol dire, in poche parole? Che il Fmi, in caso di default parziale di un paese creditore nei suoi confronti, si vede assegnata sempre una priorità nella lista dei soggetti da ripagare. Secondo, soltanto in questo modo, in base alle regole del Fmi, gli stati dell'Ue riterrebbero di poter esercitare un controllo sui paesi "soccorsi".

    Come andrà economicamente si vedrà, certo sarebbe un fallimento politico per l'Europa.