La truffa flessibile di Repubblica.it
Come ti strumentalizzo Mario Draghi in nome dell'articolo 18
Lo scontro sull'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori è entrato decisamente nel vivo. La norma che dal 1970 blocca la flessibilità in uscita del nostro mercato del lavoro, impedendo in tutte le aziende con più di 15 lavoratori il licenziamento per ragioni economiche e consentendolo soltanto per "giusta causa", è un tabù che i sindacati non sembrano pronti a discutere. Le parole piuttosto feroci con cui Susanna Camusso (segretario generale della Cgil) ha accolto ieri le proposte del ministro del Lavoro, Elsa Fornero, sono lì a dimostrarlo. Significativo poi che oggi anche la responsabile della Cgil-pensionati abbia dichiarato intangibile l'articolo 18. I sindacati, evidentemente, difendono sempre più categorie tutt'altro che interessate a un maggiore dinamismo del mercato del lavoro: lavoratori garantiti e pensionati, appunto.
Anche i giornali fanno la loro parte, come ovvio, nel dibattito. Si prenda Repubblica: per due giorni il tema è stato quasi assente dalla prima pagina del quotidiano di Largo Fochetti. I maggiori commentatori, fino a stamattina, non erano stati scomodati. Eppure sul sito web ovviamente si parla di articolo 18.
Oggi pomeriggio, a sorpresa, anche Mario Draghi (presidente della Banca centrale europea) sembra entrato nel pieno della discussione. Repubblica.it, infatti, sceglie una foto del ministro Fornero, ci affianca la proposta di modifica dell'articolo 18, e subito accanto riprende una dichiarazione che testimonia le resistenze della Cgil. Non solo, spunta un inatteso pronunciamento di Draghi: "Flessibilità crea incertezza".
Abbiamo capito bene? Mario Draghi, che da governatore della Banca d'Italia aveva duramente criticato l'apartheid vigente nel mercato del lavoro italiano, con i più anziani e garantiti che scaricano tutta la flessibilità necessaria sui giovani e i precari, e auspicato una maggiore flessibilità in uscita (leggi: libertà di licenziare), sembra d'un tratto aver cambiato idea. Se ne faccia una ragione la Fornero, "la flessibilità crea incertezza". Una delle massime autorità economiche del continente è arruolato quindi nella campagna pro status quo, quella anti riforma dell'articolo 18.
Ma è veramente così? Ovviamente no. La strumentalizzazione è ovvia e basta seguire a fondo i link di Repubblica. Dopo due clic si arriva infatti all'articolo originario che contiene un fugace riferimento alla flessibilità che crea incertezza. Si tratta in realtà di un discorso di Draghi di due giorni fa, tenuto al Parlamento europeo. E, soprattutto, Draghi non ha mai detto che la flessibilità, in Italia, creerebbe incertezza. Piuttosto, parlando delle necessarie riforme strutturali in Europa, ha fatto un breve riferimento anche agli Stati Uniti, come dimostra l'Ansa qui di seguito:
CRISI: DRAGHI, ANCHE A USA SERVONO RIFORME STRUTTURALI
19 DIC - 'Non mi sognerei mai di dire che gli Stati Uniti non hanno bisogno di riforme strutturali'.
Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, nel corso di un'audizione parlamentare a Bruxelles, affermando che gli Usa 'ne avrebbero bisogno di moltissimi settori' ed accennando, a titolo d'esempio, al fatto che 'il mercato del lavoro e' anche troppo flessibile', flessibilita' che crea 'incertezza'.
(ANSA)
Draghi quindi parlava degli Stati Uniti, non si riferiva certo all'Italia. Ergo: arruolare Draghi nella battaglia contro la riforma dell'articolo 18 e per lo status quo è sinceramente troppo. Specie se l'arruolamento si fonda su un palese falso.