ESCLUSIVO. Così Monti vuole sfidare la Merkel

Marco Valerio Lo Prete

Gli emendamenti del governo italiano al "Fiscal compact" voluto dalla Germania

    Il Foglio ha letto gli emendamenti che l'Italia ha presentato in queste ore al "Fiscal compact", il Patto fiscale "voluto dalla Germania", per usare le parole del premier Monti. Ecco cosa se ne ricava, tra l'altro:

    Il riferimento ripetuto al ruolo della Commissione di Bruxelles è figlio di un approccio ideale fortemente europeista, non una novità per il nostro paese. Ma oggi fare appello ai regolamenti della Commissione – come confermano al Foglio fonti istituzionali – vuol dire soprattutto cercare di correggere l'approccio di Berlino.
    Si prenda il discusso articolo 4 della bozza del Patto, che nella versione attuale prevede un rapidissimo rientro del debito pubblico in eccesso non appena il Fiscal compact sarà entrato in vigore. Secondo l'Italia, invece, “è importante evitare ogni ambiguità riguardo il riferimento a regole esistenti nell'ambito del Patto di stabilità e crescita, come aggiornato dal ‘Six pack'”. Impossibile dunque stabilire a priori che il debito dovrà diminuire di un ventesimo l'anno per i paesi che sforano il rapporto debito/pil al 60 per cento, sostiene il governo Monti, anche perché – come scritto negli emendamenti – “il Consiglio del 9 dicembre NON ha deciso di modificare le regole concordate”. Piuttosto, come richiesto già dalla Commissione, bisognerà tenere conto dell'andamento del ciclo economico nei paesi sotto osservazione, come anche delle correzioni di bilancio in corso oltre che di fattori come l'indebitamento dei privati (che in Italia è minore rispetto a molti altri stati Ue). Un discorso simile vale per l'articolo 3, quello che prescrive – anno per anno – bilanci in pareggio o in surplus. Il governo italiano chiede di aggiungere una condizione, ovvero che la regola valga “pur lasciando spazio di manovra per il bilancio, in particolare prendendo in considerazione il bisogno di investimenti pubblici”. Come dire che se i governi spendono soldi del contribuente in investimenti per rilanciare la crescita, non potranno essere applicate le sanzioni previste. Monti intende sfidare Merkel anche sul ruolo della Corte di giustizia europea, chiamata a valutare l'inserimento del pareggio di bilancio nelle costituzioni dei singoli stati. Prima dell'intervento dei giudici, l'Italia chiede che sia ancora una volta la Commissione Ue a occuparsi del tema. Domani comunque, il Servizio giuridico del Consiglio Ue stilerà una nuova bozza dell'accordo che conterrà tutti gli emendamenti presentati dai vari stati. Sarà questo testo a essere al centro della riunione informale con i rappresentanti dei governi prevista per il 6 gennaio a Bruxelles, l'ultima prima del Consiglio Ue dei capi di governo del 30 gennaio.

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