Per Giavazzi, "squadra che non taglia, si cambia"

Marco Valerio Lo Prete

L'unica e fondamentale critica dell'economista al governo Monti

    Il governo Mario Monti sta facendo sostanzialmente bene, e il caos greco non influenzerà direttamente la situazione italiana. Eppure, qualcosa di più l'esecutivo dovrà fare, sostiene l'economista Francesco Giavazzi nell'intervista al Foglio di oggi:

    Se le prospettive di crescita sono quelle che sono e il governo sta facendo bene, non resta che attendere: “No, si possono abbassare le tasse”. Davvero? “Serve una ‘svalutazione fiscale', ovvero abbassare l'incidenza del cuneo fiscale sul costo del lavoro. In un'area monetaria con il tasso di cambio fisso, come quella europea, questa riduzione del costo del lavoro avrebbe l'effetto di una svalutazione della moneta. Rilancerebbe la competitività”. Trovare risorse oggi sembra impossibile: “A meno di tagliare il bilancio attuale, riducendo gli incentivi alle imprese e snellendo l'enorme macchina della pubblica amministrazione. Perciò l'unica critica di fondo che muovo al governo – continua Giavazzi – è quella di non avere fatto nulla sul fronte della spesa pubblica. E questo, a mio parere, è in parte dovuto al fatto che il presidente del Consiglio ha deciso di confermare in toto la squadra economica: ma persone che in 10 anni non sono riuscite a tagliare alcuna spesa non sono certamente le più adatte per suggerire come farlo ora”. Non crede quindi alla spending review avviata dall'esecutivo? “Certo, prima bisogna conoscere i capitoli di spesa, ma poi si dovrà passare a ridurla”. Piuttosto che continuare con tanti aggiustamenti continui, un'alternativa consisterebbe nell'aggredire lo stock del debito: “Prima va fermato l'aumento della spesa pubblica, altrimenti abbattare il debito non serve a nulla. Lo ha dimostrato la nostra storia recente: negli anni 90 con le privatizzazioni riducemmo il debito di 15 punti percentuali, ma poi? Sono venuti a mancare gli incentivi al contenimento della spesa, e l'indebitamento è presto risalito. Oggi una patrimoniale sarebbe soltanto controproducente”.