La mossa di Draghi è una e trina

Marco Valerio Lo Prete

Parola di Alessandro Fugnoli, strategist della società di gestione risparmio Kairos

    Nella newsletter “Il rosso e il nero”, report periodico e molto seguito dagli addetti ai lavori, opera di Alessandro Fugnoli, strategist della società di gestione risparmio Kairos, boutique finanziaria milanese specializzata in fondi hedge, si giudica in maniera piuttosto originale l'operato di Mario Draghi. Oggi ne parliamo sul Foglio di carta, e notiamo tra l'altro:

    “In realtà – spiega lo strategist dei fondi speculativi italiani – il rifinanziamento, pur formalmente rispettoso dell'ortodossia monetaria dell'Europa germanizzata, è stato in pratica non solo un quantitative easing, ma anche un Tarp” (cioè il Troubled Asset Relief Program, il piano del Tesoro americano con cui si comprano asset tossici dalle banche in cambio di partecipazioni sotto forma di azioni privilegiate e dell'impegno da parte degli istituti a restituire quanto ricevuto) e un Fdic (Federal Deposit Insurance Corporation). Traduzione: “E' stato un Qe, sia pure indiretto, perché le banche hanno già iniziato a utilizzarne una parte per comprare titoli di stato. E' stato un Fdic perché, fornendo fondi alle banche, ha di fatto assicurato i depositi ed evitato la fuga dei depositanti, preoccupati che la banca non abbia più soldi da restituire loro. E' stato infine anche un Tarp, perché ha creato le condizioni per cui le banche potranno ripagare le loro obbligazioni in scadenza, emetterne di nuove con caratteristiche più di capitale che di debito e spingersi, una volta resesi più presentabili, a emettere anche nuove azioni”.