Monti attirato nel pantano domestico
Cosa vuol dire se Monti per una volta preferisce presidiare Roma invece di volare a Washington
Ieri, di prima mattina, l'agenda ufficiale del premier non prevedeva ancora appuntamenti definitivi per giovedì e venerdì. Attorno all'ora di pranzo, invece, una novità: domani Mario Monti avrà una colazione di lavoro con l'ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. A stupire gli osservatori di cose internazionali, però, è quanto in quell'agenda di Palazzo Chigi non ci è finito: da domani, infatti, iniziano a Washington gli Spring meetings del Fondo monetario internazionale, con annesso vertice del G20, ma Monti non ci sarà. Parteciperanno i ministri delle Finanze delle principali potenze economiche, soprattutto europee, visto che in discussione è anche la dotazione del “firewall” globale che il Fmi sta cercando di mettere assieme chiedendo risorse ai principali paesi membri. Per l'Italia non ci sarà Monti, però, ma il numero due di Via XX Settembre, Vittorio Grilli.
In ambienti del Fmi, secondo la ricostruzione del Foglio, la decisione del premier di lasciare spazio al viceministro è letta con un pò di apprensione, sicuramente come una scelta di priorità: oggi Monti sente la necessità di presidiare più il fronte italiano che altro. La tre giorni molto “politica” del premier tecnico non contrasta con questa lettura: ieri sera il vertice con i tre segretari di partito, oggi Consiglio dei ministri (nel quale saranno approvati Def e Pnr), domani colazione di lavoro con l'ex premier e poi ancora si vedrà. Nel governo, invece, respingono l'idea che sia qualche urgenza specifica – un problema di coesione della maggioranza pro governo? – a trattenere Monti a Roma.
Ripetono anche, in ambienti governativi, che Grilli è stralegittimato a partecipare ai vertici internazionali e anzi lo ha già fatto in passato. Non solo: il premier sarà di nuovo negli Stati Uniti a maggio per G20 e vertice Nato. Quel che viene confermato, però, è che la decisione di inviare Grilli al posto di Monti è stata presa alla fine del tour asiatico e mediorientale del premier. Dopo aver passato tre delle ultime sei settimane fuori dall'Italia, anche per il premier con l'investitura internazionale è il momento di dedicare ancora più tempo e attenzione a dossier e interlocutori italiani.