Per la Banca mondiale l'Italia è un paese ingiusto

Marco Valerio Lo Prete

I dati dal rapporto "Ease of doing business" per il 2012

    Governo tecnico o non governo tecnico, in Italia resta difficile fare impresa, innanzitutto a causa dello stato della nostra giustizia. A certificarlo, come ricordato lunedì dal quotidiano ItaliaOggi, è ancora una volta la Banca mondiale.

    Secondo la classifica "Ease of doing business" per l'anno 2012, infatti, l'Italia si piazza all'87esimo posto tra i paesi di tutto il mondo in quanto a facilità di aprire e condurre un'attività economica. "Vale a dire - osserva ItaliaOggi - dietro ai principali paesi dell'Ocse, ma anche a stati quali Moldova, Zambia, Ghana o Ruanda". 

    A farci scendere nella classifica - guidata da Singapore. Hong Kong, Nuova Zelanda e Stati Uniti - sono soprattutto due fattori. Le tasse, ovviamente, per cui siamo al 134esimo posto della classifica. Ma soprattutto a rendere impossibile la vita agli imprenditori che si muovono nel nostro paese è la giustizia civile: quest'ultima è da terzo mondo, al punto che l'Italia è al 158esimo posto su 183 paesi classificati. Nello specifico, "in Italia la durata media dei processi civili inerenti a inadempienze contrattuali si aggira attorno ai 1.210 giorni; negli altri paesi Ocse, la tutela giurisdizionale di un contratto avviene in poco più di 500 giorni".

    Mario Monti lo sa, come dimostrano le sue dichiarazioni delle scorse settimane, eppure finora su questo fronte si è visto ben poco.